Negli ultimi anni, molti Commercialisti si trovano davanti alla stessa frustrazione: cercare un collaboratore o una collaboratrice di qualità sembra una missione impossibile. Non si tratta solo di competenze tecniche, ma di mentalità e attitudine.
Troppo spesso si incontrano figure che vedono lo Studio come un lavoro “a ore”, senza comprendere il valore di una professione che richiede dedizione, precisione e capacità di visione.
Forse la radice del problema non è solo nel mercato del lavoro, ma nel contesto in cui la nostra professione è costretta a muoversi.
Negli ultimi decenni, il Commercialista è stato trasformato dalla Pubblica Amministrazione in un “mediatore” tra il cittadino e un sistema fiscale iper-burocratico, sommerso di scadenze, comunicazioni telematiche e adempimenti spesso inutili.
Il risultato?
In questo contesto, è più difficile trasmettere ai giovani professionisti il senso nobile della professione: essere consulenti strategici dell’impresa, non meri esecutori di scadenze.
Se vogliamo attrarre persone motivate e competenti, dobbiamo:
La sfida non è solo trovare collaboratori preparati, ma formare professionisti che comprendano il significato e il valore della nostra professione, nonostante un contesto normativo che spesso rema contro.
Il cambiamento inizia da come noi stessi viviamo e raccontiamo il nostro lavoro.