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Perché il Commercialista non può improvvisare nella Consulenza Finanziaria

Nelle scorse settimane, durante una lunga estate, ho ascoltato molti dottori Commercialisti discutere di questioni della loro professione. Ad esempio, ho ascoltato dibattere di nuove regole in magistratura tributaria, di nuove norme in materia di tariffe professionali applicate arbitrariamente dall’agenzia delle entrate, di preoccupazioni sulle nuove norme della Crisi di Impresa, di nuove regole richieste dalle banche per il rinnovo fidi dei clienti (che chiede il business plan), di limiti minimi di Iva non versata dall’azienda all’Agenzia delle Entrate che manda l’impresa in crisi, e via discorrendo.

Sono davvero decine le questioni che, mio malgrado, ho letto, ascoltato, dibattuto. La ragione è che, da anni, centinaia di Commercialisti hanno frequentato il mio corso MasterBANK © e, conseguentemente, con centinaia di loro sono in stretti rapporti professionali e, non di rado, di amicizia.

In estrema sintesi, possiamo riassumere il senso di tutti questi dibattiti nelle parole di uno di loro, un dottore Commercialista dell’Ordine di Roma, dottor Daniele Panzetti, che mi ha autorizzato alla pubblicazione del suo pensiero, scritto nella nostra chat dei Finanzialisti ©, cioè degli specialisti in finanziamenti d’impresa:

“Libero professionista oggi è diventato un ossimoro. L’attività lavorativa che stanno disegnando per noi (compresi i nostri ordini professionali che cercano di sopravvivere non con la forza che viene dalla base ma con l’autoreferenzialità) non ha più nessuna di quelle caratteristiche iniziali che ci ha convinto all’inizio a “sposarla”…omissis…”.

La lettera del mio compagno della rete dei Finanzialisti italiani è ben più lunga, ma già in queste poche righe si intuisce il senso: occorre recuperare la libertà della professione. Per farlo, e cioè per ritrovare l’orgoglio, l’autorevolezza, lo spirito fondativo, il rispetto della clientela, serve un approccio rigoroso e documentato al mondo professionale indipendente, cioè a quello che non si fa dettare i tempi dello studio da terzi (Ministeri, Parlamento, Agenzia delle Entrate, Governo, ecc.).

Come?

Compiendo la scelta strategica – usando un ben noto modello di Strategia – di posizionare lo studio professionale non nell’oceano rosso della competizione sul prezzo, ma nell’oceano blu della competizione sulle competenze uniche. Una di queste, tra le molte, è la capacità di fare consulenza sugli strumenti normativi oggi disponibili per le imprese clienti.

Per esempio, il Fondo di Garanzia del Mediocredito Centrale.

I contenuti metodologici del nostro modello

I contenuti metodologici dei nostri modelli excel partono dallo studio delle norme giuridiche.

Il primo punto dal quale si è dovuti partire è l’analisi delle fonti normative. Sono molteplici, e ciascuna fonte contiene molti aspetti da considerare. Si pensi, ad esempio, che il funzionamento del fondo di garanzia, da solo, contiene centinaia di pagine di istruzioni su molteplici questioni, come procedure, modelli di gestione, controlli documentali, requisiti di ammissibilità (si veda figura 1).

Figura 1 – Analisi della fonti normative

Parimenti, occorre studiare i modelli di valutazione, le metodologie di calcolo, le procedure (si veda fig. 2).

Figura 2 – Aspetti di dettaglio nelle fonti normative

Il problema è che, per passare dallo studio giuridico al piano professionale, occorre trasformare le indicazioni normative in formule economiche. Per questo, il nostro gruppo di ricerca di dottori Commercialisti ex corsisti MasterBANK © ha lavorato un anno per produrre formule excel, testarle su decine di aziende degli studi professionali, valutare che il risultato fosse identico a quello del software ministeriale (che, ovviamente, non è disponibile in formule aperte e lavorabili). Si veda, ad esempio, la figura 3.

Figura 3 – Costruzione su carta di formule del modulo economico finanziario

A questo punto, tuttavia, occorre portare su excel le formule, per esempio costruendo le matrici della valutazione andamentale (si veda figura 4)

Figura 4 – Valutazione andamentale

Il problema è, a questo punto, che occorre costruire delle formule, su carta, che dovranno poi essere usate nella programmazione in foglio elettronico. Per esempio, dato che nelle fonti normative si parla di Cap & Floor, in merito al modello andamentale della Centrale Rischi, occorre costruire delle formule per effettuare delle correzioni atte ad evitare dati devianti nei casi pratici professionali (si veda figura 5).

Figura 5 – Esempio di formula di correzione nel modello andamentale

Tutto quanto sopra descritto può apparire noioso o pedante, per il lettore medio. Tuttavia, il professionista comprenderà perfettamente perché ci sia voluto, per un team di liberi professionisti altamente qualificati e specializzati in materia finanziaria, praticamente un anno di lavoro per costruire il nostro modello. Infatti, in questo articolo abbiamo appena accennato ad alcuni dei molti problemi tecnici che si è dovuto affrontare.

Tuttavia, se non si effettua tale lavoro, è praticamente impossibile usare il modello del Mediocredito Centrale per effettuare consulenza, per due ragioni:

  1. perché non è possibile capire quali siano i motivi dei risultati, prevederli, anticiparli, e soprattutto comprendere le ragioni tecniche del risultato di rating
  2. perché non è possibile anticipare, con analisi di tipo what if, diversi risultati possibili al variare delle diverse ipotesi di bilanci non storici, ma previsionali

Appare appena il caso di accennare alla straordinaria opportunità di consulenza che, il lavoro svolto, consente ai professionisti della nostra rete professionale, che essendo in larghissima parte Commercialisti, possono agire sui bilanci, sul rapporto andamentale con le banche, sul monitoraggio di Crisi di Impresa, su diversi scenari di bilancio previsionale.
Possiamo allora trarre una conclusione su quanto trattato in questo articolo.

Consiglio professionale

Abbiamo visto, in questo articolo, come usare un modello ministeriale sia una cosa, ma dotarsi di uno strumento proprio sia un’altra. Non ci si può improvvisare nella consulenza finanziaria, perché ci si deve dotare non solo di competenze teoriche, ma anche di strumenti operativi. Il lettore attento avrà compreso le ragioni – alle quali abbiamo appena accennato – per le quali è stato necessario un anno di studio, progettazione, realizzazione di formule, testing e sperimentazione, nonché validazione dei risultati.

Infatti, il nostro modello, partendo dalle fonti giuridiche, è in grado di far capire al consulente aziendale non solo il perché di un risultato di valutazione con il modello del Fondo di Garanzia del Mediocredito Centrale, ma soprattutto di anticiparne il risultato, con bilanci e proiezioni in tempo reale, durante l’esercizio, effettuando analisi di tipo what if.

Chiunque sappia svolgere attività di consulenza, conosce bene la differenza tra l’essere consultati al termine dell’anno, con finalità di adempimento formale e minimizzazione del carico fiscale, ed essere – anche – interpellati durante l’esercizio, mensilmente, per il monitoraggio della situazione economica, finanziaria ed anche andamentale col sistema bancario.

Appare appena il caso di dire che, questo modello, consente di rispondere in modo non teorico ma pratico a uno dei dibattiti citati in premessa, e cioè il monitoraggio dello stato di potenziale Crisi di Impresa.

Il mio consiglio professionale è quindi duplice:

  1. entrare nella scelta strategica di non farsi più dettare i tempi e modi di gestione dello studio professionale da terzi soggetti, non di rado in conflitto di interessi con voi
  2. agire conseguentemente in termini operativi e concreti, dotando il vostro studio dei modelli di consulenza atti a rendere la scelta strategica di cui al punto precedente perfettamente operativa

Naturalmente, ci sono due tipi di reazioni di persone e due tipi di comportamenti essenziali, alla lettura di un articolo come questo.

I primi sono quelli che valutano i pro e i contro del rischiare di approfondire quanto qui scritto, informandosi, verificando e ascoltando testimonianze di molti colleghi che già agirono in passato e oggi sono soddisfatti della scelta professionale adottata, come il dottor Daniele Panzetti.

Essi agiscono.

I secondi sono quelli che restano sui social, nelle chat, a discutere, affermando in dibattiti sterili e inconcludenti frasi che partono da una premessa inutile: “secondo me…”.

Essi chiacchierano.

Iscriviti, senza impegno, alla prossima lezione di prova del
corso MasterBANK.

Potrai toccare con mano gli strumenti professionali a disposizione dei Finanzialisti e cosa significhi lavorare in rete sull’intero territorio nazionale.

Ci sono ancora pochi posti disponibili.

 

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