Il dottore Commercialista deve scrivere il business plan per il cliente? Come sanno i miei allievi del corso MasterBANK © la risposta è semplice: no.
Ha tuttavia un compito, se possibile, maggiormente importante; guidare l’imprenditore. Per farlo, deve avere un metodo di consulenza, una procedura codificata, fatta di regole e step logici, attraverso il quale guidarlo nella redazione del proprio progetto.
Sia chiaro; l’operatore finanziario, sia esso a titolo di capitale di rischio o di debito, o ibrido, o di finanza agevolata – insomma, quel che volete – dovrà valutare la capacità dell’imprenditore di condurre l’azienda, non del suo, per quanto valido, professionista.
Il Commercialista capace sarà quello che guiderà allora l’Imprenditore in una logica di costruzione del proprio business plan. Qualcuno potrà dire: ma in epoca pandemica, non ci sono investimenti da fare. Questa argomentazione non ha fondamento alcuno.
Le banche, gli intermediari finanziari, gli operatori pubblici, comunque lo richiederanno, a prescindere. Da ultimo, non voglio certo dire cose pleonastiche a dei liberi professionisti, quali il fatto che il business plan serva, in primis, all’imprenditore stesso.
Quando e con quale frequenza?
Sempre.
Occorre avere una serie di formule che, naturalmente, costruiscano i tre conti fondamentali, e due elementi a supporto:
Tuttavia, questi schemi di formule, che io tratto al corso MasterBANK © non sarebbero utili, se non supportati da un lavoro preliminare, di parte logica.
In questo articolo intendo trattare di tale logica, poiché, da valutatore dall’altro lato della barricata, posso affermare che la presenza di una logica, sequenziale, di costruzione del documento, ha un grande valore.
Non è affatto indifferente la sequenza dei temi trattati nella parte descrittiva, a commento dei numeri, senza i quali essi, palesemente, non avrebbero alcun valore per il valutatore.
Esiste una sequenza logica ben precisa di 6 elementi, che conducono a una biforcazione di due risultati: quello per competenza e quello per cassa.
Possiamo vedere la logica del business plan nella figura 1.
Figura 1 – la logica del business plan
Ho preparato una serie di video per meglio spiegarti i concetti espressi in questo articolo.
Eccoli qui sotto, approfittane:
Il dottore Commercialista che sappia condurre il proprio cliente secondo questa metodologia, avrà in mano uno strumento di consulenza importante. Il gioco consiste nel fornire all’imprenditore, di qualsiasi dimensione e settore, la consapevolezza dell’importanza del ragionamento.
Spiegare la propria azienda secondo un ben preciso flusso logico di informazioni fa la differenza tra un business plan scritto a caso e uno avente una logica strutturale. Nell’immediato futuro, tale logica sarà richiesta a qualsiasi impresa, per qualsiasi dimensione, in qualsiasi località, per qualsivoglia fase del ciclo di vita aziendale.
Non trinceratevi dietro la scusa degli adempimenti fiscali obbligatori, che non vi lascerebbero il tempo di seguire le aziende clienti su questa materia. Lo sconsiglio per un paio di buone ragioni.
La prima, è che perdereste una buona capacità di redditività dello studio, poiché gli imprenditori seri sono abituati a pagare per questi servizi, che considerano come attività a valore aggiunto, a differenza degli adempimenti, che vedono – a torto o a ragione, non importa – come un balzello fastidioso.
La seconda è che perdereste, nel medio termine, i migliori clienti, perché altri Commercialisti, da tempo, si stanno spostando per intercettare i vostri clienti che voi, con la scusa degli adempimenti obbligatori, non potete seguire su questa materia specialistica, in quanto oberati da altre faccende.
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