
Nel luglio 2022 il Tribunale di Parma ha dichiarato il fallimento della Cooperativa Edile Artigiana Soc. Coop. a r.l., un’impresa storica del comparto costruzioni, operante come cooperativa artigiana.
I fascicoli della procedura evidenziano debiti significativi verso fornitori, banche e fisco, difficoltà nel completamento dei cantieri e una cronica carenza di liquidità.
Non si trattava di una grande impresa, ma di una realtà artigiana strutturata con decine di soci, cantieri attivi e flussi di cassa complessi.
Eppure, come spesso accade nel mondo artigiano, la crisi è maturata lentamente, nascosta dietro bilanci apparentemente normali. Nessun “campanello” contabile ha allertato in tempo i soci.
Quando le banche hanno iniziato a ridurre le linee e i fornitori a chiedere pagamenti anticipati, la cooperativa era già in caduta libera.
Dalla documentazione di fallimento emergono tre elementi che si ripetono in moltissime PMI e cooperative artigiane:
Assenza di assetti organizzativi adeguati
Non esistevano sistemi interni di controllo finanziario.
Nessun piano di tesoreria, nessuna simulazione di flussi a 3-6 mesi, nessun indicatore di allerta interno.
La gestione era “artigianale” non solo nel mestiere, ma anche nella finanza.
Scarsa cultura di pianificazione
Gli amministratori si basavano sull’esperienza e non su dati previsionali.
Le decisioni sugli investimenti o sui SAL venivano prese “a vista”, senza proiezioni sui flussi futuri.
Mancanza di un presidio professionale finanziario
Il commercialista svolgeva solo funzioni dichiarative e civilistiche.
Nessuno aveva assunto il ruolo di Finanzialista interno o esterno, capace di leggere i numeri in chiave dinamica e di prevenire il collasso della liquidità.

Se la cooperativa avesse avuto accanto un Commercialista formato alla finanza d’impresa, la storia sarebbe potuta andare diversamente.
Predisposizione di un piano di tesoreria rolling 13 settimane, aggiornato ogni lunedì.
Identificazione di indicatori di continuità: cash ratio, DSCR, DSO fornitori, margine operativo su SAL.
Adozione di una dashboard di early-warning condivisa con i soci e la banca di riferimento.
Strutturazione di una linea di credito rotativa o factoring su stati d’avanzamento lavori.
Negoziazione preventiva con gli istituti per un plafond ponte garantito da fideiussioni mutualistiche.
Creazione di una “riserva cantiere” per coprire i costi fissi nei mesi a bassa attività.
Coinvolgimento mensile dei soci in brevi report di flusso.
Formazione del management artigiano sulla differenza tra utile contabile e cassa disponibile.
Revisione del piano industriale con logica di sostenibilità finanziaria, non solo economica.
Un Finanzialista non si limita a dire “quanto abbiamo speso”, ma risponde alla domanda “quanto possiamo ancora resistere”.
E questa è la vera chiave della continuità aziendale.
Questo caso reale dimostra che la crisi delle imprese artigiane non nasce da eventi improvvisi, ma da anni di scelte non presidiate finanziariamente.
La normativa sugli adeguati assetti organizzativi (art. 2086 c.c.) impone oggi ai professionisti di fare di più: di aiutare l’imprenditore a dotarsi di strumenti previsionali, non solo di bilanci consuntivi.
👉 Il Commercialista del futuro deve diventare Finanzialista:
legge il bilancio come una banca,
interpreta i flussi come un CFO,
anticipa la crisi invece di certificarla.

Il percorso MasterBANK AIW è dedicato ai Commercialisti che vogliono evolvere verso la consulenza finanziaria d’impresa.
Attraverso casi reali come quello della Cooperativa Edile Artigiana, impari a:
costruire piani di tesoreria predittivi e indicatori di continuità,
strutturare linee di finanziamento coerenti con la liquidità reale,
usare strumenti di intelligenza artificiale per leggere i segnali precoci di crisi,
diventare il professionista che ogni PMI e cooperativa vorrebbe avere al suo fianco.
💬 “Gli artigiani sanno costruire muri perfetti.
Ma senza assetti finanziari solidi, ogni muro può crollare.”
— Filosofia MasterBANK AIW

