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Commercialista: qual è il prezzo giusto per fare un Piano Economico Finanziario?

Capisco molto bene che ormai siate abituati a non farvi pagare.

Infatti, come meglio di me sapete, ogni mese il Ministero e l’Agenzia delle Entrate se ne escono con qualche nuovo obbligo normativo a carico del contribuente. Spesso inutile, poiché hanno già tutti i dati; prendete le nuove disposizioni obbligatorie in materia di dichiarazioni sugli aiuti di Stato.

Lo dico da contribuente: il maggior onere è a carico del mio dottore Commercialista. Io, come penso i vostri clienti, non pago per tali maggiori disturbi. La mole enorme di adempimenti nuovi, che ogni anno si aggiungono, non sono retribuiti.

Questo è in larga parte il mondo delle dichiarazioni obbligatorie, caratterizzato da una lotta sfrenata sui prezzi (al ribasso), nottate passate per i clienti (non retribuite) e sorrisi amari di fronte alle dichiarazioni di efficienza del burocrate o del politico di turno (sfoggiate sui risultati delle vostre nottate).

E poi, esiste il mondo della consulenza vera, quella ben retribuita.

Quella sul PEF (piano economico e finanziario), per esempio.

Ah, beh – penserà la stragrande maggioranza dei Commercialisti lettori – e che ci vuole a farlo?

La mia replica è: ne siete proprio sicuri?

I contenuti di una perizia di PEF

Molti Commercialisti che conosco risponderebbero: ma noi siamo capaci di fare il business plan.

Ammesso – e non concesso – sia vero, questa risposta dimostra la loro totale insipienza in materia: il PEF non è il business plan. Il PEF si basa su un business plan (che si deve dare per noto), ma comporta ben altre competenze in materia finanziaria.

Il primo punto da cui partire è proprio la trattativa sul valore della consulenza: se fosse un business plan, il valore economico della consulenza sarebbe molto più basso.

Ma, disgraziatamente, per fare un prezzo occorre conoscere cosa si vende.

Occorre partire da tre assunti generali da spiegare al cliente, prima di fargli sottoscrivere un contratto (perché gli farete almeno una tariffa separata, spero).

Il primo assunto generale è definire tre caposaldi:

  1. Struttura del piano
  2. Valutazione di break even economico
  3. Sensitivity analysys

Ciò posto, occorre secondariamente prevedere una intervista per la parte descrittiva articolata secondo le normative europee, e cioè:

  1. Overall objectives
  2. Project purpose
  3. Activities
  4. Results

Come terzo elemento generale, occorre indicare tre macro settori di valutazione: economico (ROI, ROE, ROA, ecc.), Finanziario (NPV, IRR, Pay Back, NPV e, IRR e, ecc.), bancario (DSCR, ADSCR, ecc.).

Da ultimo, per arrivare alla asseverazione (eh, sì, è obbligatoria), occorre scrivere una perizia improntata a tre criteri: attendibilità, oggettività e verificabilità dei dati.

A questo punto, tale perizia sarà strutturata su 2 volumi: il primo sarà quello del business plan, il secondo quello del PEF (entrambi articolati in parte descrittiva e quantitativa).

Tale documento sarà redatto in un modello articolato su 3 elementi quantitativi (tralascio l’importantissima struttura descrittiva per brevità):

  1. Value driver and assumptions and dashboard
  2. Economics
  3. Financials

Per sviluppare tali parti, il dottore Commercialista deve non solo disporre di uno strumento operativo, pratico e professionale, ma anche conoscere le risposte alle domande che, nel contraddittorio, saranno prevedibili:

  • Quale formula usare per il piano di ammortamento alla francese?
  • Come avete calcolato il tax shield?
  • Quali sono le due quadrature di mutuo?
  • Come avete calcolato i due addendi del WACC?
  • Quali flussi e tassi avete usato per NPV?
  • Quali flussi e tassi avete usato per NPV e?
  • Quale formula avete considerato per la ADSCR min?
  • A quali flussi e tassi avete calcolato il pay bak?
  • Cosa succede al variare dello spread sul pay back?

E cosa succederebbe invece ad NPV ed IRR?

Siete ancora convinti che si tratti di fare un business plan?

Per inciso, se dal calcolo delle ore in azienda e di studio, per fare un PEF, ne risultassero 50, sarebbe oggi assolutamente una tariffa di mercato se voi chiedeste 25.000 euro (venticinque mila) di consulenza; front fee, naturalmente.

 

I video

Ho preparato una serie di video per meglio spiegarti i concetti espressi in questo articolo.

Eccoli qui sotto, approfittane.

 

Conclusione

Molti lettori Commercialisti staranno pensando: ah, beh, ma queste cose non riguardano i miei piccoli clienti! Poi, magari, sono revisori ufficiali dei conti di un Ente Locale. Però, non saprebbero da che parte girarsi per presentare un PEF per un progetto di project financing riguardante una casa di riposo, magari per un piccolo Comune.

Non starò a farla lunga nelle conclusioni, perché fa caldo, siamo a fine luglio, e sto pensando solo al sole della Sardegna e al wind surf.

Semplicemente, se volete restare a lavorare sessanta ore la settimana per lo Stato e volete trovare delle scuse per non avere strumenti di libera consulenza che possono far fare il salto di qualità al vostro studio professionale, non troverete in me uno disposto a trovare il tempo per uno stucchevole contraddittorio (perché sarò tra le onde).

Se, invece, come hanno fatto tantissimi Commercialisti in Italia, volete capire come si entra nella nostra rete professionale, sapete dove trovarmi.

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