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Commercialista: ma è davvero così banale fare uno stato patrimoniale per le banche?

Uno dei temi di consulenza più importanti nei prossimi anni sarà quello di tipo finanziario.

Per farla sarà necessario maneggiare perfettamente le logiche dei rating. Tuttavia, per comprendere come funzioni un sistema di rating, occorre per esempio prendere atto che lo stato patrimoniale, a livello di prassi e dottrina internazionale, funziona con un modello di riclassificazione diversa da quella adottata dal nostro legislatore.

Così, se vogliamo fare consulenza sullo stato di salute dell’impresa, magari per verificare parametri sulle nuove norme di “crisi di impresa”, occorre avere un proprio modello di analisi, che sia in grado di replicare le logiche dei modelli internazionali.

I contenuti metodologici del nostro modello

I contenuti metodologici dei nostri modelli excel (che puoi provare iscrivendoti ad una lezione di prova del corso MasterBANK) derivano da molti anni di studi e successive sperimentazioni. Ad esempio, può sembrare ovvio parlare di “altro attivo a breve”. Nei manuali universitari, tuttavia, sembra tutto semplice. Ma avete idea della difficoltà tecnica di costruire un modello professionale? Nella realtà ci si trova davanti a un foglio vuoto, e occorre riempirlo. Per esempio, la sola voce “altro attivo a breve” considera di tenere conto di 9 voci di bilancio (si veda figura 1).

Figura 1 – Altro attivo a breve

Un altro problema operativo tipico riguarda altre poste di bilancio, che solitamente si considerano residuali.

Peccato che, nella prassi professionale, i bilanci non pareggino, se non si considerano anche i dettagli. A volte, tali dettagli possono riguardare poste niente affatto trascurabili. Per esempio, la voce immobilizzazioni finanziarie, di cui “altro”, richiede di tenere conto di 7 poste di bilancio (si veda fig. 2).

Figura 2 – Altre immobilizzazioni finanziarie

Il problema è la teoria dei manuali universitari tende a semplificare le cose, poiché la finalità è diversa da quella professionale. Tuttavia, nella prassi professionale occorre dare risposte concrete, e non si possono semplificare o sottostimare i problemi. Per cui, nei manuali di tipo universitario o nelle lezioni di master universitari, si semplifica scrivendo nel dare dello stato patrimoniale una sola voce: immobilizzazioni finanziarie.

Ma avete idea di quante poste di bilancio in realtà occorre controllare per riclassificare correttamente un bilancio in chiave funzionale, cioè quella usata nel mondo professionale? In totale sono ben 16 poste.

Si veda, sul tema, la figura 3.

Figura 3 – Le immobilizzazioni finanziarie

A questo punto, il lettore avrà compreso che, per passare da un piano teorico a un piano professionale, occorre spostarsi dalla dottrina alla pratica. In concreto, servono mesi di studio per proporre un modello operativo funzionante, anche solo per trovare poste di riclassificazione essenziali.

Per esempio, molti Commercialisti – ricordo dibattiti di anni or sono su linkedin – confondono il CIL con il CIN.

D’accordo, potreste non credermi. In ogni caso, non è così banale arrivare al riclassificato usato nel mondo internazionale, che ragiona in termini di CIN e non – come da noi, in Italia – di CIL (si veda figura 4)

Figura 4 – Capitale investito netto”

Analogamente, nei manuali si trovano voci semplificate, come ad esempio la voce “Totale delle fonti”.

Operativamente, tutti abbiamo ben chiaro il significato teorico. Tuttavia, per passare da un piano teorico a uno pratico, possono volerci – come nel modello che sto illustrando – mesi di lavoro.

Naturalmente non sto parlando di un solo bilancio, ma di avere un modello in grado di risolvere, in automatico, qualsiasi caso di bilancio possa capitare nel proprio studio professionale. Ovviamente, alla fine di migliaia di passaggi e calcoli automatici, vogliamo che il totale delle fonti, così riclassificate, sia a pareggio con il totale degli impieghi.

Vi segnalo che il totale dell’attivo e del passivo così ottenuto non è ovviamente analogo al bilancio di partenza, quello depositato (si veda figura 5).

Figura 5 – Il totale delle fonti

Tutto quanto sopra descritto consente al Commercialista una attività di consulenza non di tipo formale, ma sostanziale.

Consiglio professionale

Abbiamo visto come un apparentemente noto foglio del bilancio, lo stato patrimoniale, non sia così banale da riclassificare. Non stiamo parlando delle logiche di riclassificazioni classiche tradizionali italiane, ma delle metodologie professionali usate dalle banche, fondi di investimento e più note società di consulenza internazionali.

Nel mondo della finanza, semplicemente, si fa così. A nulla serve avanzare resistenze sul fatto che queste cose servano solo al mondo delle grandi imprese, ad altre realtà, ad altre latitudini o mercati.

La verità, che vi state nascondendo da soli, è che queste cose siano, da anni, già realtà per tutte le imprese dei vostri studi. Quindi, se siete interessati davvero a cambiare il vostro status sociale, da quello di intermediari del fisco a quello, che vi spetta, di depositari del sapere aziendale e del supporto all’imprenditore, smettetela di darvi delle scuse per non cambiare.

Certo, sono magari decenni che fate uno stato patrimoniale.

Ma siete davvero certi che sia quello che leggono là fuori, nel mondo dei rating?

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