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Commercialista: ma davvero tu ti senti un intermediario?

Questo sarà un articolo un po’ diverso dal solito, perché ogni tanto non dovremmo parlare solo di tecnica, ma anche di anima.

Ricevo stamane una lettera dall’agenzia delle entrate, nella quale leggo:

“Gentile Utente, le comunico che in data… su Sua delega, l’intermediario XX Mario, ha presentato all’agenzia delle Entrate richiesta di autorizzazione numero… alla consultazione dei suoi dati fiscali.”

Poi si ribadisce che

“L’intermediario potrà consultare i suoi dati fiscali attraverso il servizio “Cassetto fiscale” e che il potrò revocare la delega “rivolgendosi all’intermediario”, e che sul sito dell’Agenzia delle Entrate “è disponibile il regolamento al quale ciascun intermediario deve aderire esplicitamente.. omissis”.

Per quattro volte, in poche righe, Mario è definito un mero “intermediario”.

Ma chi è Mario?

Ci vediamo da Mario, prima o poi, cantava in una canzone dei miei tempi Ligabue, più o meno quando io e Mario andavamo insieme all’Università, prendevamo un treno per Pavia che si fermava in tutte le stazioni, un locale fumoso, pieno di studenti, che sembrava il trenino degli indiani del far west. Mario è un mio amico, uno che conosco da una vita, nonché, da oltre 20 anni, il mio dottore Commercialista.

Mario non è un intermediario. Non per me.

Mario ha seguito, tanti anni dopo quel trenino – una vita dopo, a dire il vero – la mia Accademia MasterBANK ©, in diversi

Corsi di finanziamenti d’azienda e strategia d’impresa, ha superato un altro esame con me e una Commissione, e si è specializzato ulteriormente nella consulenza aziendale. Mario è un affermato professionista, un consulente aziendale, un uomo che studia da tutta la vita.

Come il mio amico Mario, ci sono oltre 90.000 liberi professionisti abilitati e operativi in Italia.

Non credo siano intermediari dell’Agenzia delle Entrate; io credo siano ciò che diceva di loro Aristotele; ma di questo farò cenno nelle conclusioni e approfondirò nel prossimo articolo.

I contenuti metodologici del nostro modello

Domani io terrò una mattina di lezioni per dottori commercialisti e dottori tributaristi nella mia Accademia MasterBANK ©. Parlerò di analisi finanziarie professionali, cioè di competenze fondamentali per rimanere sul mercato e prosperare, come merita di fare un libero professionista, perché queste competenze sono richieste sul mercato moderno, compreso quello del mondo blockchain (si veda figura 1).

Figura 1 – Analisi della voce Finanziamenti Soci

Il dottore Commercialista moderno non fa l’agente intermediario, non pagato, dell’agenzia delle Entrate.

Come libero professionista decide come impiegare il proprio tempo lavorativo, svolgendo consulenza evoluta per le micro, piccole e medie imprese italiane, che di tale consulenza hanno estremo bisogno.

Pensate che nel mondo del fund raising lo schema seguente sia sconosciuto, oppure mero tecnicismo teorico? Un dottore Commercialista o tributarista moderno sa dialogare coi sistemi di rating attraverso il rendiconto finanziario internazionale. Si veda la figura 2.

Figura 2 – Lo schema del rendiconto finanziario internazionale.

Vi sembrano attività da agenti dell’agenzia delle entrate? Da gabellieri del fisco non retribuiti? O da meri intermediari passacarte e “contafagioli” (cit. di mio ex allievo), come l’Agenzia delle Entrate vi considera? Non è teoria: occorre saper fare non banali analisi, calcoli e simulazioni. Si veda la figura 3.

Figura 3 –

Ma, soprattutto, si tratta di consulenza. Non si tratta di fare i mediatori, o gli intermediari, o i passacarte non pagati. Si tratta di guadagnarsi liberamente da vivere, in modo consono al livello di studi fatti, rimboccandosi le maniche, tornando sui libri, per aver quel di più che vi distingue dalla massa degli altri.

Poi, quando scrivete una perizia per un vostro cliente, per una banca, per una legge agevolata, per una società partecipata pubblica, la differenza si vede: eccome, se si vede.

E anche la parcella è una conseguenza del prestigio documentato. Si veda la figura 4.

Fig. 4 – Analisi di Financial Flow di azienda cliente

 

Conclusione

La farò breve, perché ho molte cose più importanti e remunerative da fare che revocare la delega del cassetto fiscale al mio amico Mario.

Ogni mese, da anni, molti dottori Commercialisti e tributaristi seguono i miei Corsi specialistici di finanziamenti d’azienda.

Non chiedono pezzi di carta. Non pretendono cose da appendere alla parete. Non fanno firmare la segretaria al loro posto per fingere di seguire percorsi obbligatori di aggiornamento al fine di ricevere i “crediti formativi” che consentono di salvare la faccia.

Hanno solo due obiettivi, quando seguono le mie lezioni e poi entrano nella nostra rete professionale: ritrovare il prestigio di cui parlava Aristotele, quando circa duemila cinquecento anni or sono parlava di voi, e pretendere dal mercato la remunerazione conseguente a tale ritrovato prestigio professionale.

Ci sono tanti Mario, che hanno ancora rispetto di sé, della propria professione, del proprio onore professionale, e che non si considerano affatto un mero intermediario, non retribuito dallo Stato.

Però, i vari Mario che io ho conosciuto e coi quali lavoro, hanno tutti una caratteristica: non stanno a piangersi addosso, e non si limitano a leggere un articolo, facendo sempre il San Tommaso.

Hanno avuto il coraggio di informarsi, documentarsi, valutare rapidamente, leggere le pubbliche testimonianze dei loro colleghi e, buttando il cuore oltre l’ostacolo, decidere di iscriversi.

Non conosco nessuno di loro che, oggi, si senta un mero intermediario.

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