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Commercialista: crisi di impresa vuol dire monitorare anche cassa e banche

In queste settimane, molti Commercialisti discutono delle nuove norme sulla Crisi di Impresa. Certo, significa fare piani, programmi e analisi dei costi, dei ricavi, degli eventuali investimenti o disinvestimenti, della capacità dell’impresa di mantenere il principio del “going concern”.

Tuttavia a mio modo di vedere, significa anche monitorare il rapporto andamentale, cioè il rapporto dell’impresa cliente con il sistema finanziario, che in Italia – Paese storicamente bancocentrico – significa prevalentemente il rapporto con le Banche.

Se questo è vero per le grandi imprese, figuriamoci per le SMEs (small and medium enterprises) e, soprattutto, per le micro imprese. Infatti, spero che nessun lettore si offenda se affermo un dato statistico: la stragrande maggioranza dei clienti degli studi professionali, e dei Commercialisti in particolare, sono micro imprese (semplificando, aziende con meno di 10 occupati).

Per questa ragione, l’asse “Ricerca” della mia rete professionale, che raccoglie decine di Finanzialisti © in Italia, prevalentemente dottori Commercialisti, ha sviluppato in un anno di ricerca un modello professionale utile al controllo di gestione, al monitoraggio della Crisi di Impresa, alla consulenza professionale in materia finanziaria sui modelli di rating.

Tale modello è in grado di anticipare il giudizio del rating MCC, con due elementi di differenza rispetto al modello pubblico:

  1. Capacità di comprendere le “ragioni” del rating
  2. Capacità di anticiparle e modificarle con azioni “ex ante” sui bilanci previsionali, in logica what if

 

I contenuti metodologici del nostro modello

I contenuti metodologici dei nostri modelli Excel partono dallo studio delle norme giuridiche.

Per esempio, se si vuole fare un controllo di gestione, occorre monitorare non soltanto la dimensione economica, cioè dati patrimoniali ed economici, ma anche quella finanziaria.

Quindi, occorre dotare il proprio studio di uno strumento di lavoro professionale. Uno dei molti aspetti da considerare – ma davvero cruciale – è il monitoraggio della Centrale dei Rischi.

Quanti imprenditori lo fanno? Pochissimi. Quanti Commercialisti sono in grado di fornire loro un servizio professionale sul tema? Per la mia esperienza, ancora meno.

La ragione è che non ci si improvvisa, in queste consulenza. Il modello di cui stiamo trattando in questo articolo è stato sviluppato, come evoluzione di miei precedenti modelli, dal gruppo di ricerca dei Commercialisti ex allievi di MasterBANK ©, che si sono avvalsi della consulenza di altri ex allievi che sono dirigenti di banca.

Per esempio, occorre inserire nel modello di rating previsionale le definizioni usate nella centrale dei Rischi, e cioè strumenti autoliquidanti, fidi a revoca e rischi a scadenza. Poi, bisogna imputare nel modello la differenza tra accordato operativo e utilizzato. Tale lavoro va fatto per tutte le banche con cui lavora l’impresa. Infine, il lavoro va monitorato per sei mesi, al fine di avere una serie storica mobile (si veda figura 1).

Figura 1 – Come inserire la Centrale Rischi in Excel

Parimenti, occorre effettuare il monitoraggio di tutte le categorie di strumenti della Centrale dei Rischi. Per esempio, serve il monitoraggio, mensile, su almeno sei mesi, dei fidi a revoca.

Appare appena il caso di notare che, mentre nei bilanci voi li chiamate “debito a breve”, nel linguaggio dei Finanziamenti d’Azienda, una nicchia della Finanza Aziendale, si definiscono “fidi a revoca”. Il significato giuridico è – ictu oculi – profondamente diverso, ed espressivo del rischio reale dello strumento finanziario. (si veda fig. 2).

Figura 2 – Monitoraggio dei fidi a revoca

Il problema è che, per fare consulenza e prendere decisioni, occorrono strumenti che abbiano quadrature, controlli, e che siano semplici da gestire e spiegare al cliente. Per esempio, serve una tabella molto chiara e semplice sul monitoraggio delle sofferenze. Si veda, ad esempio, la figura 3.

Figura 3 – Monitoraggio del totale delle sofferenze

A questo punto, serve portare tutte le analisi su una tabella di sintesi, cioè di monitoraggio del totale per cassa, del totale a scadenza, e delle sofferenze, ciascun totale diviso tra accordato e utilizzato.

Ovviamente, i totali devono quadrare con la Centrale dei Rischi. Questo fornisce al consulente uno straordinario strumento di monitoraggio, controllo e consulenza, con dati parametrici quantitativi, altrimenti impossibili da maneggiare (si veda figura 4)

Figura 4 – Modello sintetico di riclassificazione dei dati

Il problema è, a questo punto, nelle analisi degli intermediari finanziari (esempio Banche, Confidi, Società di Leasing, Fondi di Equity, ecc.), gli analisti considerano anche la presenza di pregiudizievoli o eventi negativi. Se vogliamo sapere come funzionerà il modello di rating del Fondo del Mediocredito Centrale, dobbiamo dotare il nostro portatile di studio del medesimo strumento di valutazione usati negli uffici fidi.

Dobbiamo infatti dialogare con il sistema in termini previsionali (si veda figura 5).

Figura 5 – Presenza di pregiudizievoli o eventi negativi

Tutto quanto sopra descritto consente al Commercialista un’incredibile differenza di capacità operativa e competenza professionale nella consulenza aziendale.

Possiamo allora trarre una conclusione su quanto trattato in questo articolo.

Consiglio professionale

Abbiamo visto, in questo articolo, come il monitoraggio della Crisi di Impresa significhi monitorare anche le variabili Cassa e Banche. In particolare, uno dei molti aspetti è il monitoraggio della Centrale Rischi, che va effettuata mensilmente, e non saltuariamente, quando qualcuno la chiede.

Il mio consiglio professionale è dotare il vostro studio di un modello di monitoraggio e controllo che consenta, con poca fatica, rapidamente e in modo professionale, di fare le quadrature con la Centrale Rischi ufficiale, arrivando a leggere il rating aziendale esattamente come farebbe l’ufficio fidi di una Banca o del Fondo di Garanzia del Mediocredito Centrale.

Ormai, da anni, insegno in corsi annuali ai Dottori Commercialisti, e molti di loro sono oggi consulenti della nostra rete professionale. Questi consulenti non sono preoccupati della Crisi, della situazione economica, dei clienti che non pagano o dell’Agenzia delle Entrate che scarica sul Commercialista nuovi adempimenti, sempre più onerosi, fastidiosi, rischiosi e non retribuiti.

Infatti, sono Commercialisti che, nel leggere articoli come questo, mi contattarono, ascoltarono le testimonianze di loro colleghi, ed entrarono nel nostro mondo professionale.

Iscriviti, senza impegno, alla prossima lezione di prova del
corso MasterBANK.

Potrai toccare con mano gli strumenti professionali a disposizione dei Finanzialisti e cosa significhi lavorare in rete sull’intero territorio nazionale.

Ci sono ancora pochi posti disponibili.

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