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Come un Commercialista può costruire un Piano di Business Continuity che aumenta la credibilità finanziaria dell’impresa

Nel linguaggio aziendale, Business Continuity è spesso associata alla sicurezza informatica o ai piani d’emergenza. Ma, come sanno bene i Finanzialisti che hanno frequentato il corso MasterBANK AI, nelle PMI italiane il suo valore più grande è un altro: rappresenta un indice di affidabilità gestionale e finanziaria, un elemento che può rafforzare il rapporto con le banche e migliorare l’accesso al credito.
E qui entra in gioco un attore chiave: il Commercialista, come consulente strategico dell’imprenditore.

🔗 Business Continuity e Finanza aziendale: due facce della stessa medaglia

La continuità operativa non può esistere senza continuità finanziaria.
Un’azienda può disporre dei migliori sistemi informatici e di procedure impeccabili, ma se non ha liquidità per sostenere le interruzioni e ripartire, il piano di emergenza rimane solo sulla carta.

Un piano di Business Continuity ben impostato consente di:

  • stimare il fabbisogno minimo di cassa per resistere a un periodo di crisi;

  • predisporre linee di credito o fondi di emergenza già attivi;

  • pianificare la ripartenza dei processi produttivi, amministrativi e commerciali;

  • dimostrare alla banca una gestione consapevole dei rischi operativi e finanziari.

In altre parole:

Senza cassa non c’è continuità. Ma senza un piano, non c’è credibilità.

🧱 Struttura ideale di un piano di Business Continuity “bancabile”

Perché il piano risulti efficace anche agli occhi di un istituto di credito, deve avere una forma logica, sintetica e documentata. Ecco gli elementi essenziali che un Commercialista/Finanzialista può aiutare a costruire.

1. Executive Summary

Una pagina introduttiva che descrive:

  • attività e dimensione dell’impresa;

  • obiettivo del piano (garantire la continuità operativa e finanziaria);

  • nominativi dei responsabili interni.

Serve a comunicare subito organizzazione e consapevolezza.

2. Analisi dei rischi e dei processi critici

Mappare i principali rischi e le relative contromisure:

Processo critico Rischio Impatto Contromisura
Produzione Guasto macchinario Alto Contratto manutenzione + noleggio sostitutivo
Amministrazione Cyber attack Medio Backup giornaliero + cloud secondario
Finanza Ritardo incassi Alto Linea di credito standby + polizza credito
Personale Assenza titolare Medio Delega gestionale + manuale procedure

Una tabella come questa, allegata al bilancio o al business plan, rende tangibile la capacità di governo dei rischi.

3. Piano di continuità finanziaria

È il cuore del documento, quello che un Finanzialista può garantire.
Qui si quantifica e si dimostra la resilienza economica dell’impresa:

  • cash buffer minimo garantito (es. 3 mesi di costi fissi);

  • disponibilità di fondi o fidi d’emergenza;

  • simulazioni what if (-20% fatturato, +30 giorni incassi);

  • piano di tesoreria a 6-12 mesi aggiornato mensilmente;

  • politiche di investimento prudenziali.

Sono elementi che permettono di presentarsi in banca con dati previsionali concreti, e non solo con il bilancio consuntivo.

4. Procedure operative in caso di crisi

  • Ruoli e responsabilità (chi decide e chi comunica);

  • Canali di comunicazione interna ed esterna (inclusa la banca);

  • Tempi di ripartenza previsti (RTO);

  • Contatti chiave (fornitori, consulenti, IT, istituti di credito).

Questa parte trasforma il piano da “documento teorico” a protocollo operativo reale.

5. Allegati tecnici

Aggiungere elementi di prova:

  • elenco dei fornitori strategici;

  • documentazione di backup e test effettuati;

  • attestazioni di audit o certificazioni;

  • report di simulazioni o prove di emergenza.

💼 Presentare il piano alla banca: il ruolo del Commercialista/Finanzialista

Il Commercialista/Finanzialista può:

  1. integrare il piano nel bilancio gestionale o nel business plan usato per le richieste di affidamento;

  2. predisporre un estratto sintetico del piano di continuità come allegato tecnico;

  3. utilizzarlo come strumento di dialogo con il gestore bancario, valorizzando la solidità gestionale del cliente;

  4. collegare il piano agli indicatori ESG o al rating qualitativo, sempre più richiesti dagli istituti di credito.

🧭 Un vantaggio competitivo concreto

Le imprese che dimostrano di saper gestire la continuità operativa e finanziaria:

  • ottengono una migliore percezione di affidabilità;

  • facilitano i rinnovi di fido;

  • riducono i costi di istruttoria;

  • e, soprattutto, consolidano il rapporto fiduciario con la banca.

🔍 Conclusione

Un Piano di Business Continuity ben costruito non è un costo, ma una prova di maturità gestionale.
Per le PMI è una garanzia di sopravvivenza.
Per il Commercialista/Finanzialista, è un nuovo strumento consulenziale ad alto valore aggiunto: unire gestione del rischio, finanza e strategia in un unico piano integrato.

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