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Come misurare il vantaggio competitivo: il ruolo dell’analisi finanziaria

Il concetto di vantaggio competitivo ruota attorno alla capacità di un’azienda di superare i propri competitor con prodotti unici, prezzi competitivi o maggiore efficacia operativa. Ciò non solo genera valore per gli azionisti, ma garantisce anche che l’azienda mantenga la sua posizione di leader di mercato. Sostenere e valorizzare questo vantaggio competitivo è fondamentale per la performance finanziaria dell’azienda e la creazione di valore per gli investitori.

Da un solido vantaggio competitivo ne deriva un aumento della redditività attraverso margini più elevati o una quota di mercato più ampia. Il vantaggio competitivo, inoltre, ha il potenziale per avere un impatto positivo sui flussi di cassa della società, consentendo il reinvestimento in nuovi progetti di crescita o la distribuzione di dividendi agli azionisti. Ed ancora, non si può non considerare che, quando le aziende stabiliscono un posizionamento competitivo in linea con le richieste del mercato, sono considerate meno rischiose e, di conseguenza, il costo del capitale, sia esso sotto forma di equity o di debito, diminuisce a causa della relazione inversa tra rischio e costo del capitale; questa migliore posizione finanziaria consente alle aziende di perseguire investimenti che aumentano il valore aziendale e generano ricchezza per gli azionisti.

Non può essere trascurato, quindi, l’impatto del vantaggio competitivo sui vari aspetti della finanza aziendale, come gli investimenti, la struttura finanziaria e le decisioni finanziarie complessive ed è evidente che il vantaggio competitivo gioca un ruolo significativo nel determinare la redditività, la crescita ed il valore di un’azienda, nonché nel generare ricchezza per i suoi azionisti. Pertanto, si può certamente affermare che le strategie impiegate per costruire e sviluppare il vantaggio competitivo hanno una correlazione diretta con la finanza aziendale ed i suoi risultati.

 

Ha senso misurare il vantaggio competitivo?

Arrivati a questo punto ci chiediamo se ha senso trovare un modo per misurare il vantaggio competitivo. La risposta non può che essere affermativa, sia dalla prospettiva interna all’azienda, sia dalla prospettiva esterna. Nel primo caso, la valutazione del vantaggio competitivo consente alle aziende di valutare la propria capacità di sostenere la redditività, la posizione dominante sul mercato e la sostenibilità nel lungo periodo. Questa valutazione funge da guida per il processo decisionale strategico, con l’obiettivo di mantenere e migliorare la propria posizione competitiva. Per quanto riguarda la prospettiva esterna, gli investitori in capitale di rischio fanno molto affidamento su queste valutazioni per valutare la qualità di un’azienda ed il potenziale di successo a lungo termine, che a loro volta influenzano le decisioni di investimento, la valutazione e la percezione del mercato.

Per determinare la metrica più efficace per valutare il vantaggio competitivo, è importante considerare l’obiettivo finale a cui le aziende dovrebbero tendere. L’idea che la creazione di valore dovrebbe essere l’obiettivo primario è ampiamente accettata da economisti, studiosi, esperti del settore e investitori. Questa convinzione è saldamente radicata nei principi fondamentali dell’economia aziendale e della teoria economica. Pertanto, non c’è dubbio che il perseguimento della creazione di valore sia l’obiettivo essenziale per le aziende che cercano la sostenibilità a lungo termine e se, seguendo quanto afferma Damodaran, sulla cui autorevolezza e competenza non vi può essere dubbio, sposiamo il concetto che per la creazione di valore per gli azionisti è cruciale avere un vantaggio competitivo e che la creazione di valore dipende dalla capacità dell’azienda di impiegare il capitale ad un rendimento superiore al costo del capitale stesso (ROIC > WACC) è evidente che la metrica ideale per misurare il vantaggio competitivo non può che essere il ROIC. Del resto, il ROIC è proprio l’indicatore scelto dai maggiori gestori di fondi di investimento per valutare l’ampiezza del vantaggio competitivo (Tra tutti Warren Buffet, per il quale l’azienda target su cui investire deve, tra gli altri indicatori, soddisfare un ROIC superiore al 15%).

 

Modello Excel allegato

Nel modello Excel, allegato a questo articolo, si può osservare come per valori di ROIC superiori al WACC il modello restituisce una risultato di GOOD, fino ad ACCEPTABLE (ROIC superiore al WACC ma inferiore al 15%), mentre per il caso in cui il ROIC è inferiore al WACC, il modello restituisce come risultato NOT ACCEPTABLE.

Il ritorno sul capitale investito (ROIC) costituisce una misura finanziaria cruciale utilizzata da analisti e investitori per valutare l’efficacia e la redditività di un’azienda nel generare rendimenti dai suoi investimenti di capitale. Questo parametro offre informazioni sulla capacità dell’azienda di generare un rendimento sia sul capitale proprio che sul capitale di debito nell’ambito delle sue operazioni commerciali. Il calcolo prevede la divisione del reddito operativo per il capitale investito, che di solito è una combinazione di capitale proprio e debito. Questa combinazione rappresenta il capitale totale utilizzato nell’azienda.

Per calcolare il rendimento del capitale investito (ROIC), è possibile utilizzare la seguente formula: ROIC è uguale all’utile prima degli interessi e delle tasse (EBIT) moltiplicato per uno meno l’aliquota fiscale (t), diviso per il capitale investito netto.

ROIC = EBIT x (1 – t) / CIN

Dove:

L’EBIT, acronimo di Earnings Before Interest and Taxes, si riferisce al reddito operativo prima della sottrazione di interessi e tasse.

  • L’aliquota fiscale effettiva della società è indicata con “t”.
  • Il Capitale Investito Netto si riferisce al capitale utilizzato dalla società costituito da capitale proprio e debito netto. Questo può essere determinato sommando il Patrimonio Netto e la Posizione Finanziaria Netta.

Quando si valuta la performance di un’azienda, è importante confrontare il ritorno sul capitale investito (ROIC) con il costo del capitale. Se il ROIC è superiore al costo del capitale, significa che la società sta creando valore per gli azionisti e generando profitti che superano il costo del finanziamento.

Per comprendere meglio la relazione tra vantaggio competitivo e ROIC, trasformiamo la formula del ROIC in termini unitari:

ROIC = (prezzo unitario – costo unitario) x (1- aliquota fiscale)/capitale investito per unità

Per massimizzare il ROIC è necessario possedere un vantaggio competitivo che ci consenta di poter vendere i nostri prodotti a prezzi più alti rispetto alla concorrenza ovvero di produrre con maggiore efficienza, cioè di avere costi di produzione e di capitale inferiori alla concorrenza.

Per approfondire il concetto rinviamo al lavoro di Porter “Competitive Strategy” il cui modello, ancora oggi ampiamente utilizzato, prevede, in estrema sintesi, che il vantaggio competitivo si ottiene con prezzi più alti della concorrenza senza rischiare una significativa perdita di clienti, o con il miglioramento dell’efficienza dei costi.

 

Conclusioni

Sebbene il ROIC sia uno strumento prezioso per analizzare le prestazioni aziendali, il suo calcolo si basa su informazioni finanziarie passate, che potrebbero non comprendere pienamente i cambiamenti nelle dinamiche competitive, nelle circostanze del settore o nelle influenze macroeconomiche. I dati precedenti sul ROIC potrebbero non rappresentare accuratamente il potenziale vantaggio competitivo di un’azienda o la sua capacità di mantenere rendimenti elevati in condizioni di mercato in evoluzione.

Ancora, la valutazione del ROIC potrebbe non considerare sufficientemente il valore dei beni immateriali come la reputazione del marchio, la proprietà intellettuale o le relazioni con i clienti, che possono tutti fungere da fattori significativi di vantaggio competitivo. Le aziende che possiedono notevoli risorse immateriali possono avere vantaggi competitivi ancora maggiori di quanto indicato dal solo ROIC. Il risultato può essere influenzato da alterazioni nella struttura del capitale della società, inclusa l’introduzione di maggiori finanziamenti con debito o l’emissione di azioni.

Questi cambiamenti temporanei nella struttura del capitale possono potenzialmente distorcere i calcoli del ROIC e potrebbero non fornire una rappresentazione accurata del vantaggio competitivo fondamentale dell’azienda. Inoltre, potrebbe non tenere conto degli effetti di fattori esterni, inclusi cambiamenti normativi, interruzioni tecnologiche e cambiamenti nelle preferenze dei consumatori.

Questi fattori, che sfuggono al controllo dell’azienda, hanno il potenziale per incidere notevolmente sul vantaggio competitivo.

Per tutti i superiori motivi, appare chiaro che, anche essendo una metrica utile per capire l’ampiezza del vantaggio competitivo, il ROIC potrebbe non fornire una valutazione completa della posizione dell’azienda nel mercato e non dovrebbe essere considerato l’unico fattore determinante in quanto potrebbe portare a risultati incompleti ed imprecisi.

Pertanto, per misurare il vantaggio competitivo di un’azienda, è fondamentale combinare l’analisi del ROIC con valutazioni qualitative, benchmarking del settore e analisi di scenario, riconoscendo i limiti di ciascun approccio.

La misurazione del vantaggio competitivo richiede competenze specialistiche nel campo della finanza d’impresa, della pianificazione strategica e del marketing.
Questi sono temi avanzati che sono bagaglio culturale dei Finanzialisti, i Commercialisti Specializzati in Finanziamenti d’Impresa, consulenti che sono in grado di affiancare i colleghi nella risoluzione di problemi finanziari e strategici delle loro aziende clienti.

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