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Come il Commercialista può (e deve) recuperare un ruolo strategico

Il Dottore Commercialista non è più, da decenni, un soggetto strategico della gestione aziendale.

Il tema trattato in questo articolo, senza pretesa di esaustività, tenta di approcciare la questione, in modo rigoroso e obiettivo, nella logica di un osservatore esterno, quale io sono, in quanto studioso di strategia.

Libero quindi da una visione di parte, ma al contempo orientato al mercato dei Commercialisti – perché li ritengo da sempre i più autorevoli interpreti della dinamica aziendale tra i liberi professionisti – tratterò in questo articolo la questione del ruolo strategico del Commercialista, che certamente, quanto meno dalla riforma del Testo Unico del 1973, è radicalmente cambiato.

Innumerevoli analisi di ciò che è successo nei successivi cinque decenni, svolte nella mia rete di dottori Commercialisti, ex allievi del corso MasterBANK ©, mi porta a dire che il ruolo di questo libero professionista è stato ridimensionato, per una serie di ragioni storiche e congiunturali che esulano dallo scopo di questa trattazione.

Qui mi rileva piuttosto affrontare tre distinte questioni:

  1. Il ruolo storico del Commercialista
  2. La sfida competitiva degli anni ’20 del XXI Secolo
  3. Perché nasce un ecosistema strategico di rete

I contenuti metodologici del nostro modello

I contenuti metodologici dei nostri modelli excel, illustrati e divulgati nel corso MasterBANK ©, si basano sulla visione di un Commercialista molto diverso da quello comunemente considerato oggi, almeno nella opinione collettiva. Non sto affatto affermando che tale opinione sia corretta; sto solo dicendo che la visione moderna del Commercialista – nell’opinione media del cliente, che è l’unica rilevante – è molto meno blasonata, rispettosa del ruolo e meno autorevole di quella che, anticamente, ne descriveva la funzione.

Per comprenderlo, occorre considerare la visione di Aristotele, che nella “Politica”, Libro VI, definiva la figura di quello che, poi, sarebbe stato il Commercialista come lo conosciamo nell’età moderna. Se non che la definizione di Aristotele è molto più aulica, ed assegna a questa figura un ruolo molto più prestigioso di quello che, nei secoli, sarebbe rimasto.

Infatti, i Commercialisti sono, nella visione del sommo filosofo greco, “magistrati”, ma anche “controllori”, “revisori dei conti”, “ispettori” e “avvocati del fisco”. Aristotele scriveva che poiché alcune magistrature maneggiano grandi somme di denaro, ce ne vogliono altre che, per parte loro, non curino nessun affare, ma controllino tali somme ed esigano il rendiconto.

Qualora qualche Commercialista che mi sta leggendo dubiti delle mie affermazioni, allego nella figura sottostante non soltanto la traduzione letterale dei termini, ma anche le parole in greco antico, originarie, per chi eventualmente – come me – lo abbia studiato e voglia verificare (si veda figura 1).

Figura 1 – Il ruolo storico del Commercialista

Il secondo aspetto che dobbiamo considerare è quello della sfida strategica di questo decennio.
Possiamo discuterne in lungo e in largo, trattando di crisi di impresa come di nuove regole del sistema bancario, di globalizzazione e di precarietà delle SMEs (small and medium enterprises), di crisi pandemica e bellica, di problematiche di approvvigionamento delle materie prime come di aumento dei costi energetici, di crisi di liquidità e di congiuntura economica avversa.

Possiamo anche trattare del tema del cosiddetto “Black Swan”, cioè del “cigno nero”, o “cignus atratus”; non cambiano le conclusioni strategiche.

Esse sono essenzialmente due (si veda la figura 2):

  1. L’impresa non è più un attore indipendente strategico
  2. Il suo successo dipende dall’interazione con altre imprese, in un ecosistema che attraversa molteplici settori

Figura 2 – La sfida competitiva degli anni 20 del XXI Secolo

Quanto al terzo aspetto della questione, occorre comprendere perché, nel quadro appena descritto, nasce un ecosistema strategico di rete.

Tale ecosistema è legato alla convergenza di tre grandi cambiamenti strutturali:

  1. Un riavvolgimento delle barriere protezionistiche
  2. Una “sfocatura” della separazione tra prodotti e servizi
  3. Una rivoluzione tecnologica che cambia il modo in cui le imprese servono i consumatori

E’ evidente che, in questo quadro strategico, la visione classica del Commercialista, legato ai tre punti sopra descritti, sia destinata a un rapido cambiamento di funzione e ruolo (si veda figura 3).

Figura 3 – Perché nasce un ecosistema strategico di rete

Possiamo allora trarre una conclusione di quanto trattato in questo articolo.

Conclusione

Abbiamo visto, in questo articolo, che il mondo sta cambiando in modo così repentino che il termine “crisi” nasconde, come nell’originaria etimologia greca, un doppio significato. Quello che a molti Commercialisti sfugge è il significato di “opportunità”.

Per coloro che non si sentono rappresentati dalla visione più diffusa nella clientela – a torto o a ragione, non importa – di un Commercialista necessario prevalentemente per adempimenti obbligatori di tipo contabile e fiscale, si aprono grandi possibilità nel campo della consulenza aziendale, finanziaria e strategica in particolare.

Come, dunque, il Commercialista può recuperare quel ruolo prestigioso di cui ebbe a dire il sommo Aristotele?

A mio parere, liberandosi dall’immagine di impiegato non retribuito dell’agenzia delle Entrate, riscossore e gabelliere del Ministero, comunicatore di brutte notizie, per riacquisire il ruolo, doveroso, di primario interprete della gestione aziendale.

Se alcuni Commercialisti staranno leggendo questo testo, taluni di loro potrebbero sentirsi offesi dalle mie parole, ritenendo che tale sia già la loro prestigiosa situazione attuale. Buon per loro, se sono obiettivi con sé stessi. Io parlo alla stragrande maggioranza dei Commercialisti italiani, che hanno capito che, per riacquisire il ruolo di consulenti primari dell’azienda, servono nuovi modelli di gestione d’impresa.

Non è un fatto di discussione semantica o accademica: è questione di visione strategica, in primis, e di possesso di strumenti di lavoro professionali e operativi, in secundis.

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