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Come il Commercialista dovrebbe fare un piano di Start Up

Nel mondo di oggi, il Commercialista è assorbito da una serie di adempimenti obbligatori dello Stato, che scarica su di lui incombenze che dovrebbero essere proprie dei funzionari pubblici.

Per risparmiare, scarica il problema sull’anello debole della catena, salvo poi, il politico, farsi bello e rivendicare l’efficienza dell’agenzia delle entrate.

Tutto meraviglioso, salvo il fatto che, quando un imprenditore, anche nei periodi drammatici come quelli che stiamo vivendo, deve avviare una nuova impresa, le competenze professionali che servono per dare consulenza sono completamente diverse da quelle per le quali si è speso tempo quotidianamente a scoprire gli innumerevoli adempimenti nuovi e necessari.

 

Come costruire un Business Plan in Start Up

Intanto, il primo passaggio è fornire all’imprenditore un kit di progettazione per metterlo in grado, autonomamente, di scrivere gli elementi necessari al piano di start up. Infatti, sarà l’imprenditore a dover redigere i propri budget.

Ve ne prego, risparmiatemi le solite obiezioni che sento da tanti anni: ah, ma io seguo solo piccoli imprenditori.

Lo so; il 99% delle imprese sono piccole e micro imprese. Ah, ma qui da me è diverso.

Lo so; frequentano i miei corsi, da anni, Commercialisti che vengono da tutta Italia, da ogni Provincia e Regione, isole comprese. Ah, ma se faccio così perdo il cliente.

Lo so; e faresti meglio a perdere quel tipo di clienti per acquisire quelli che capiscono il valore della consulenza, e la pagano.

Ciò premesso, il primo passaggio è quello di fornire all’imprenditore, per la parte quantitativa, un foglio di lavoro, già pronto, nel quale inserire i dati di 5 precisi budget:

  1. Budget dei ricavi
  2. Budget dei costi variabili
  3. Budget dei costi fissi
  4. Budget del lavoro
  5. Budget degli investimenti

Ovviamente, nessun imprenditore di piccola dimensione, per una impresa in start up, sarà in grado di compilare tali prospetti – né vorrà farlo – se non dotiamo lo studio del Commercialista di un metodo di lavoro che fa parte del mio insegnamento nel corso MasterBANK ©. Funziona, ci sono centinaia di testimonianze di successo, sia di Commercialisti sia di imprenditori che, una volta compreso il metodo, si appassionano e sono molto collaborativi.

A questo punto, nei video allegati al presente articolo, il dottore Commercialista ha due serie di dieci punti precisi nei quali riorganizzare le informazioni raccolte dall’imprenditore, sia nello stato patrimoniale, sia nel conto economico. Alla fine, l’obiettivo sarà arrivare a una definizione di utile netto, e di cash flow lordo, dato da utile corrente più ammortamenti e accantonamenti, al netto delle imposte.

Da ultimo, sarà opportuno fare ancora tre tappe:

  1. Calcolo di indici di bilanci previsionali
  2. Quadratura dei saldi finanziari
  3. Quadratura dei flussi di cassa

Per quanto riguarda il primo aspetto, il Commercialista costruirà quattro aree di indagine, e cioè gli indicatori di redditività, di struttura patrimoniale e finanziaria, del tempo di ciclo e dei tassi di crescita.

Per quanto concerne il secondo aspetto, dimostrerà nei calcoli che il saldo finanziario della gestione complessiva quadra con il sopra citato cash flow lordo del conto economico.

Per quanto concerne infine il terzo aspetto, dimostrerà nei conti che il flusso di cassa della gestione complessiva quadra con il delta cassa di stato patrimoniale.

 

I video

Ho preparato una serie di video per meglio spiegarti i concetti espressi in questo articolo.

Eccoli qui sotto, approfittane.

 

Conclusione

Perché dunque un dottore Commercialista dovrebbe studiare tale materia seguire questa logica? La risposta è articolata. Intanto, perché ci sono tre sfide all’orizzonte: la crisi pandemica, ma anche l’arrivo delle logiche europee (Recovery Plan) e le nuove norme e deliberazioni in materia bancaria e creditizia.

Recenti sentenze (da me già citate in altro articolo) stabiliscono che le banche debbano, in epoca pandemica, avere un approccio più prudenziale alla gestione del rischio, pena la loro diretta responsabilità nella concessione del credito.

 

Ciò posto, figuratevi quale possa essere l’approccio per le nuove imprese, cioè le imprese in start up.

Se siete tra coloro che pensano ancora che le nuove imprese siano finanziate sulla base delle garanzie, andatevi a leggere qualche migliaio di articoli di stampa economica che trattano del tema degli NPLs, per convincervi di essere rimasti non aggiornati alle nuove dinamiche del credito.

Al contrario, è la qualità del progetto di impresa, e segnatamente di come viene presentato il progetto, a convincere l’ufficio fidi del vostro cliente. Impostare il lavoro con il metodo rigoroso accennato in questo articolo, comporta due vantaggi strategici:

  1. E’ l’imprenditore a decidere i value driver del business plan, e questo ha enorme valore per il valutatore bancario (il piano non risulta “fatto a tavolino dal Commercialista”)
  2. E’ il Commercialista a completare il progetto sviluppando parti di fondamentale importanza per il portatore di capitali a vario titolo (fonti e impieghi, indici di bilancio, quadrature finanziare e logica di cassa)

Tali due vantaggi massimizzano, ceteris paribus, la probabilità che il vostro cliente possa fare partire la propria idea, e per voi la possibilità di distinguervi nel settore della consulenza finanziaria professionale, nella quale nei prossimi mesi e anni aumenteranno le opportunità di lavoro.

Ben pagato, si intende.

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