
Nel giugno 2024, il Tribunale di Siena ha riconosciuto la possibilità di proseguire l’attività a un imprenditore individuale artigiano che aveva avviato una liquidazione controllata per eccessivo indebitamento.
L’attività, nel settore delle riparazioni e costruzioni in legno su misura, era stata duramente colpita dall’aumento dei costi delle materie prime e dalla riduzione dei flussi di incasso.
Nonostante ciò, il giudice ha stabilito che la prosecuzione fosse nell’interesse dei creditori e sostenibile, grazie a un piano di continuità e monitoraggio che dimostrava la capacità di mantenere un flusso di cassa positivo.
Un caso raro, ma illuminante: un artigiano in crisi che non è stato “fermato”, ma guidato a sopravvivere.
Prima dell’intervento giudiziario, la situazione dell’impresa era comune a moltissime realtà artigiane italiane:
Fatturato in calo del 25% in due anni,
Debiti a breve per fornitori e fisco in costante aumento,
Nessuna pianificazione finanziaria a medio termine,
Nessuna gestione strutturata dei flussi di cassa.
Il Commercialista si occupava solo della contabilità fiscale.
Nessuno analizzava la sostenibilità finanziaria mese per mese.
La crisi è esplosa non per mancanza di lavoro, ma per assenza di governance e assetti adeguati.
Quando la tensione è diventata insostenibile, il professionista che seguiva la pratica ha coinvolto un consulente con competenze finanziarie evolute, impostando una mini–tesoreria e un piano di liquidità progressiva.
Questo è stato il fattore decisivo per ottenere l’autorizzazione del Tribunale a proseguire l’attività.

Il provvedimento del Tribunale di Siena mostra chiaramente che una crisi non deve sempre tradursi in chiusura.
Con un approccio professionale, basato su dati e controllo, l’artigiano può continuare a produrre anche dentro la procedura.
Un Finanzialista – cioè un Commercialista con formazione avanzata in finanza d’impresa – avrebbe impostato (e può oggi impostare per ogni cliente artigiano) un percorso in tre fasi:
Introduzione di una tesoreria dinamica aggiornata settimanalmente.
Calcolo del DSCR e del cash coverage ratio per misurare la tenuta della liquidità.
Attivazione di una dashboard di early warning, con soglie di allerta su: ritardi incassi, debiti correnti, margine operativo.
👉 In questo caso, se tali strumenti fossero stati in uso prima della crisi, l’imprenditore avrebbe potuto correggere la rotta senza arrivare alla liquidazione.
Durante la liquidazione controllata, il Finanzialista può:
Progettare un piano di flussi realistico che dimostri la sostenibilità dell’attività,
Negoziare con fornitori e banche accordi ponte,
Impostare un sistema di controllo autorizzativo su ogni spesa, in modo da rispettare le priorità di pagamento e conservare cassa.
Il Tribunale di Siena ha accettato la prosecuzione perché l’imprenditore — affiancato da professionisti competenti — ha saputo quantificare e governare i numeri, non subirli.
Utilizzare i dati raccolti per predisporre un business plan di ripartenza credibile, da presentare ai creditori e agli istituti di credito.
Avviare la ricostruzione della reputazione finanziaria, base per ottenere nuovi affidamenti.
Un Finanzialista, in questa fase, diventa un vero “ponte” tra la procedura e la ripresa economica.
Questo caso reale dimostra che il destino di un artigiano non è segnato dal debito, ma dalla capacità di gestirlo.
Le procedure di liquidazione controllata non devono essere la fine, ma possono diventare strumenti di continuità, se il Commercialista è in grado di guidarle con competenza finanziaria.
Oggi la normativa (art. 2086 c.c. e Codice della crisi) non parla solo di bilanci corretti, ma di adeguati assetti organizzativi e finanziari.
Il professionista che li imposta non è più un mero contabile, ma un guardiano della continuità.
E questa figura ha un nome: Finanzialista.

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💬 “L’artigiano costruisce con le mani.
Il Finanzialista costruisce il tempo che gli serve per non fermarsi.”
— Filosofia MasterBANK AIW

