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Strumenti per Commercialista: come va riscritto il bilancio per una banca?

L’articolo (collegato ai video) tratta del tema della rilettura del bilancio in logica bancaria. Molti anni fa, avevo il problema di capire come una banca leggeva il bilancio. Non riuscivo a capire perché, in alcuni casi, la banca avesse detto no. Non mi bastava la spiegazione semplicistica del direttore di banca, che talora argomentava trincerandosi dietro il famigerato “rating”.

Lo dico per chi non avesse esperienza della tematica dei rating: non ho mai visto, dall’altra parte della barricata, un software che prende una delibera.

La delibera, piaccia o meno, è sempre presa da un essere umano. Per questo, dobbiamo capire come ragiona, e come un software di una banca gli proponga semplicemente i numeri sulla base dei quali prendere tale decisione.

Tale modo di scrivere e ragionare è – se non proprio opposto – certamente molto lontano dalla scrittura del bilancio a fini civilistici e fiscali.

I contenuti metodologici del nostro modello

Il tema fondamentale del ciclo dei video allegati a questo articolo è apparentemente semplice, almeno nel titolo: come si scrive un bilancio a quattro quadranti?

Il primo problema metodologico è infatti di semplificazione. In altri termini, gli esperti di finanza lavorano su dati semplificati, cioè su sintesi della realtà. Non considerano affatto le centinaia di righe delle quali si compone, secondo il codice civile, il bilancio della nostra azienda cliente. Al contrario, usano come proxy della realtà poche informazioni, ma grandemente importanti. Appare chiaro di conseguenza come la comprensione di tali informazioni sia strategico per capire come valutare le performance di un bilancio e come prevedere le valutazioni di un budget.

In altri termini, dobbiamo dotarci di un modello in grado di semplificare, in automatico, le centinaia di informazioni che si trovano nei bilanci pluriennali oggetto di analisi (solitamente almeno 4), al fine di ottenere due batterie di informazioni, articolate su tre aree di indagine.

  • Le tre aree sono ovviamente i conti economici, gli stati patrimoniali e i rendiconti finanziari.
  • Le due batterie di informazioni sono gli indici strategici e gli indici delle sei aree di gestione
  • Sapere quali sono i set di indicatori strategici, come si calcolano e quali sono i range di accettabilità, e quali siano le sei aree della gestione da integrare con tali indicatori appare quindi un esercizio di grande rilevanza.

Ai tempi, dedicai circa sei mesi di lavoro con l’aiuto, nel mio studio, di dirigenti del settore bancario di diverse banche, per ottenere uno strumento professionale che, usando le regole fondamentali dei finanziamenti d’azienda, cioè di una nicchia della finanza aziendale, consentisse di replicare, in modo puntuale e fedele, le logiche di funzionamento dei rating bancari.

 

I video

Ho preparato una serie di video per meglio spiegarti i concetti espressi in questo articolo.

Eccoli qui sotto, approfittane.

Conclusione

Molti dottori Commercialisti, nel leggere questo articolo, potrebbero chiedersi: ma a me che interessa? Spesso, infatti, si considera ciò che è finanza un tema da specialisti, da addetti ai lavori, quando va bene da convegni. In realtà, la partita economica delle piccole e micro imprese dei piccoli anni si combatterà, in termini di sopravvivenza, proprio su questa dimensione di analisi professionale.

Una consulenza in grado di offrire non soltanto la visione civilistica e fiscale, ma anche quella finanziaria, avrà una capacità di soluzione, per il cliente, altamente performante, e di conseguenza altamente ricercata, in un contesto di minore competitività e, quindi, di maggiore redditività di consulenza.

Se vi chiedete per quali ragioni non contattarmi, al fine di conoscere perché tanti dottori commercialisti hanno già deciso di entrare nella nostra rete professionale, al termine di un corso di alta specializzazione, probabilmente state cercando delle scuse per voi stessi. In realtà, non esiste luogo del Paese, dimensione di impresa e settore merceologico di riferimento che non sarà impattato, in epoca post pandemica, grandemente da queste tematiche.

Esserne esperti, e dotare il proprio studio professionale di strumenti di lavoro, consente al dottore commercialista di riappropriarsi di quel ruolo di autentico interprete della dinamica aziendale che, a mio parere, gli è proprio e – negli ultimi tempi almeno – gli è stato negato.

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