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Recuperare il prestigio del Commercialista con le Valutazioni d’Azienda

Il mestiere del Commercialista era già illustrato ai temi di Aristotele, nella Politica.

A quei tempi, il prestigio del dottore Commercialista (anche se non si chiamava così, ma magistrato del fisco, o revisore ufficiale dei conti), era tenuto in massima considerazione dalle Città Stato, dalle Polis. Nella politica delle Città Stato, il ruolo del Commercialista era considerato di altissimo prestigio, poiché serviva una magistratura – così la chiama Aristotele – che fosse terza e imparziale, nel maneggiare grandi somme di denaro.

Da questa considerazione, osservo oggi il mestiere del libero professionista.

Quanto, oggi, è ancora libero?

Quanto di quell’antico prestigio è rimasto?

Quanto il suo tempo libero è occupato dal non poter pensare, non poter fare reale consulenza, poter spiegare ai propri clienti le cose davvero importanti?

Quanto, infine, è occupato dal compilare scartoffie dello Stato, per poi fare dire ai politici, in pompa magna saliti in cattedra, che l’amministrazione pubblica è più efficiente, sfruttando il loro lavoro?

Il problema delle somme di denaro

Uno dei temi più importanti, parlando di somme di denaro, è certamente quello delle valutazioni d’azienda.

Nel ciclo di video che ho registrato, affronto questo problema, di grande importanza in epoca pandemica e di crisi di impresa. Infatti, un ruolo molto importante per il Commercialista è quello di consigliare all’imprenditore quale sia il valore della propria impresa. Al riguardo, diversi sono i metodi possibili, come noto.

A livello internazionale, nel quale stiamo entrando anche per le scelte del goevrno sui Recovery Plan, le metodologie possibili sono tuttavia di due grandi aree di indagine.

Nella prima area, troviamo le metodologie “backward looking”, cioè rivolte al passato, mentre nella seconda area troviamo quelle “forward looking”, cioè rivolte al futuro.

Tra le prime, ci sono le valutazioni reddituali e patrimoniali, sovente ancorate alla dimensione cosiddetta del “book value”, o valore di libro che troviamo, rispettivamente, nel balance sheet o nell’income statement. La metodologia più usata in logica internazionale, quella di maggiore respiro e prestigio, è certamente quella rivolta al futuro, comunemente nota come DCF Analysis, la discounted cash flow, cioè metodologia basata sui flussi di cassa scontati, ad opportuno tasso di sconto espressivo dell’onerosità del capitale.

Uno dei punti più importanti, che troverete in questo ciclo di brevi video introduttivi della tematica, è la scelta dei flussi di cassa, che nella valutazione finanziaria d’azienda è quella degli FCFs, Free Cash Flow to Equity, flussi di cassa liberi per l’azionista. Un altro punto oggetto di approfondimento è il tasso di sconto usato nelle formule di matematica finanziaria, cioè il WACC; weighted average cost of capital, costo medio ponderato del capitale.

Tali concetti, spiegati nei video introduttivi alla materia, sono di fondamentale importanza per comprendere come dotare lo studio del dottore Commercialista di un Financial Planning Model, un modello di pianificazione finanziaria, atto a restituire al libero professionista, in automatico, un range di valutazione, multivariabile, dell’azienda oggetto di valutazione. Per farlo, saranno necessari due strumenti combinati.

Il primo sarà un business plan, sia descrittivo, sia quantitativo, redatto in logica italiana, atto a fare emergere, nel medio termine, cioè nel periodo cosiddetto “esplicito” di previsione, gli stati patrimoniali, i conti economici e i flussi di cassa futuri.

Il secondo sarà una perizia, che denominerermo “Firm and Equity Value”, atta a far procedere nel lungo termine, e tendenzialmente all’infinito – con tecniche dette di rendita perpetua – il valore dell’azienda oggetto di analisi, partendo dai valori del periodo esplicito di previsione (il business plan) e portandoli nel lungo termine (il periodo implicito di previsione), con tecniche di equazioni contabili e matematiche.

Come dice l’espressione, la perizia del dottore Commercialista dovrà però avere due approcci ben differenti, andando a misurare due diversi valori:

  1. il valore dell’impresa, considerata come un asset complessivo (firm value)
  2. il valore del patrimonio netto, considerando solo il valore del portatore del capitale di rischio (equity value)

Tali metodologie consentono di fornire al dottore Commercialista uno spettro di valutazione che sia molto più ampio, strutturato e articolato, del mero valore contabile o di libro (book value), tipico delle valutazioni patrimoniali e reddituali, molto poco considerate nel mondo finanziario.

Al contrario, con tecniche tipiche della matematica finanziaria, nei finanziamenti d’azienda, cioè nella nicchia del settore scientifico disciplinare nel quale si colloca la Finanza Aziendale, si usano ragionamenti molto diversi, che fanno capo alla teoria del Valore, ai suoi 3 pilastri, alle sue applicazioni in termini di IRR e NPV.

In tema di valutazione finanziaria d’azienda, servono modifiche a tali regole generali, come ad esempio la Mid Year Discounting Model, cioè una modifica atta a correggere l’NPV di progetto e a considerare la generazione dei flussi di cassa durante tutto l’anno, e non solo, come avviene per la finzione scenica dello Stato Patrimoniale, a una certa data dell’anno (il 31 dicembre, convenzionalmente).

Parimenti, occorrono tecniche atte a determinare il cosiddetto Terminal Value, o valore finale della valutazione, usando metodologie di rendita perpetua necessarie a determinare il valore continuo dell’azienda oggetto di valutazione, come ad esempio il Gordon Model.

Inoltre, il dottore Commercialista esperto in valutazioni finanziarie d’azienda dovrà opportunamente dotare lo studio di un modello di analisi What If, atto a disegnare diversi scenari, in logica bivariabile, considerando le due principali valiabili che possono impattare sul modello di valutazione: il WACC (weighted average cost of capital) e il parametro g (long term FCF’s growth rate), cioè il tasso di crescita dell’economia di settore oggetto di analisi nel lungo termine.

 

I video per te

Conclusione

Dotare lo studio del Commercialista di un modello di valutazione d’azienda evoluto, come quello illustrato nei video in allegato al presente articolo, consente di distinguere lo studio da quelli dei concorrenti. Infatti, l’imprenditore ha una percezione di due diversi tipi di professionista.

Il primo è il professionista dipendente dallo Stato, quello non pagato dall’Ente pubblico per gli adempimenti obbligatori di interesse dello Stato stesso, essenzialmente di tipo bilancistico e fiscale, che il legislatore, e soprattutto l’Agenzia delle Entrate e il Ministero dell’Economia e Finanze scaricano in misura sempre più coercitiva e per molti aspetti ridondante sul soggetto più debole della catena: il dottore Commercialista.

Il secondo è il professionista libero, quello che l’imprenditore deve interpellare non più ex post – dottore, come faccio a pagar meno tasse? – ma ex ante, in sede di scelte strategiche e decisionali.

Uno dei campi professionali più interessanti è certamente quello delle valutazioni d’azienda, per gli innumerevoli ambiti applicativi: passaggi generazionali, vendita di quote, diversificazione del rischio, ricerca di partner finanziatori a vario titolo, e via discorrendo. In tal modo, dotando lo studio di modelli operativi e professionali di taglio pratico, testati e provati da molti altri colleghi in innumerevoli casi aziendali, si può riappropriare di quel ruolo di consulente strategico aziendale che gli era proprio.

Certo, la mia mente ritorna alle parole di Aristotele nel libro Politica, quando il dottore Commercialista era trattato con il rispetto che gli era universalmente riconosciuto. Quel rispetto, prima di prestigio e poi di onorario professionale correlato, comporta oggi una differenziazione, dal lato delle competenze, rispetto a quelle comunemente diffuse in ambito di adempimenti obbligatori, dove peraltro si scatenano concorrenze plurime, talora anche sleali, che comportano, come spiega Michael Porter, impatto al ribasso nei prezzi della consulenza.

Nelle materie strategiche e complesse, come quelle della consulenza vera, di cui faccio cenno nei video allegati, tali dinamiche sono impossibili, poiché il valore, in finanza, si paga.

 

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