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Per la tua formazione finanziata e per i crediti formativi… la banca non ti da un Euro

La mia auto, a dicembre 1996, era un Tigra, rossa fiammante.

Avevo fatto cambiare i cerchioni e le avevo fatto mettere un assetto ribassato. I miei amici mi chiedevano perché non avessi fatto mettere anche il crocifisso appeso allo specchietto e la pelle di leopardo sul volante, ma io avevo sempre superato la loro ilarità; mi piaceva e basta.

Quel giorno, però, stavo viaggiando facendo urlare il motore. Viaggiavo come un cretino, come solo un giovane arrabbiato e ancora irresponsabile può fare. Ci mise una mano qualcuno, a evitarmi il peggio.

Ero in Corsia di sorpasso, sull’autostrada da Torino verso la mia città, Alessandria, e poco prima di Felizzano, in lieve salita, il motore esplose.

Non so se vi sia mai capitato, ma non ve lo auguro.

Tu sei lì, con il contachilometri che ha sfiorato i 190 km l’ora, in corsia di sorpasso, un camion in corsia centrale, in leggera pendenza, e all’improvviso il pedale spinge sul nulla. Il motore si spegne, e in un attimo comprendi che non potrai più superare nulla, perché la velocità scende durante la salita, e cambiar marcia non serve a niente.

Girai di istinto le mani sul volante, scivolando per inerzia nel traffico fino a giungere alla corsia di emergenza, dove mi fermai, dopo qualche centinaio di metri.

Rimasi a guardare il traffico scorrere dal finestrino, le mani sul volante.

Ero troppo furioso per essermi spaventato.

E questa, è la ragione per la quale ancora oggi, a distanza di tanti anni, quando qualcuno mi parla di crediti formativi, mi torna alla mente la mia bella Tigra, fusa per la rabbia.

Siamo colleghi

Un paio di mesi prima, l’amministratore delegato di quella società di formazione mi aveva casualmente incontrato in una multinazionale del basso Piemonte, dove entrambi facevamo consulenza.

All’epoca, io avevo già fatto le mie prime esperienze come docente nella mia materia di allora, la finanza agevolata, presso alcune associazioni di categoria.

“Siamo colleghi!” – mi disse prendendo il caffè alla macchinetta dell’azienda – “potremmo collaborare. Perché non vieni a trovarmi a Torino e ne parliamo?”

Due mesi dopo, su quell’autostrada, avevo da meno di un’ora buttato la penna, rifiutato di firmare il registro del Corso di Formazione obbligatoria cofinanziato con fondi europei, mandato al diavolo il responsabile del Corso e accettato, per via della mia ribellione, di perdere l’intero compenso pattuito per quei due mesi di docenza (spese di rimozione e smaltimento della Tigra, ma allora non lo sapevo).

Avevo conosciuto coi miei occhi come si faceva la formazione obbligatoria; quando capii che si falsificavano i registri, per prendere contributi pubblici, decisi di prendere la mia Tigra e mollare tutto.

Purtroppo lei non era in grado di reggere la mia guida furiosa, e il resto lo sapete.

Non siamo affatto colleghi

Quando, quattro anni or sono, il dottor Massimo Bolla mi propose di far partire l’idea dei Corsi di formazione WIN the BANK, alla mia mente venne subito la Tigra rossa e molte altre cose.

Io non mi sentivo affatto collega di coloro che facevano formazione finanziata; non più. Per una decina d’anni, avevo svolto il ruolo di formatore o relatore per società di servizi delle associazioni di categoria. La regola era la solita; passi dalla nostra società di formazione, a nostro marchio e brand, perché così si vuole dove si puote, e più non dimandare.

Avevo avuto anche una società privata, di cui ero stato consigliere delegato, che operava in Piemonte, Lombardia e Veneto con tre sedi ad Alessandria, Agrate Brianza e Padova, e un socio si occupava del settore formazione finanziata coi bandi regionali e fondi europei.

Ne avevo poi avuto un’altra, e anche lì avevo seguito con la finanza agevolata bandi di formazione co finanziata, scoprendo che il criterio di assegnazione delle risorse era chi prima arriva prima alloggia, comprendendo che c’erano concorrenti che pagavano i marocchini per alzarsi alle tre di notte ed essere i primi alle quattro del mattino in fila davanti agli sportelli che aprivano alle 9 del mattino.

Un mondo di pazzi e ladri.

C’è gente che oggi mi contatta su linkedin e mi dice che siamo colleghi e potremmo collaborare.

Non siamo affatto colleghi, se voi fate formazione co finanziata, corsi con contributi pubblici o siete fermi alla logica dei crediti formativi degli ordini professionali fuori dal tempo e dal mercato.

Massimo stesso, l’ideatore di WIN the BANK, non sa nulla – lo leggerà oggi – della Tigra.

Se abbiamo deciso di fare un percorso comune è perché lui esordì raccontandomi le sue storie di pazzi e ladri.

Allora, se non abbiamo più niente a che spartire con loro, noi due – dissi – siamo colleghi; e così nella mia mente, sulle ceneri di un motore, partì WIN the BANK.

Ma ci sono i crediti formativi?

Quasi ogni giorno, qualcuno mi contatta su Facebook per aver informazioni sul Corso Master Bank, riservato a consulenti o manager d’impresa che vogliono diventare specialisti in finanziamenti d’azienda e mi pone la solita domanda.

Ma cosa volete che vi risponda?

Lo farò ora, in pubblico; nessuno si dovrebbe formare con la pistola puntata alla testa.

Ho vissuto per anni in quel mondo, come docente, formatore e consulente. Ho tenuto relazioni in ordini professionali, enti pubblici e associazioni di categoria.

Alla fine, nel 2004, ne scappai con le mani nei capelli, facendo una scelta precisa di vita; investire nello studio Universitario. Passai la mia prima estate sui libri, ritornando a studiare, dopo quasi quindici anni, le equazioni, le formule, cose teoriche secondo i miei detrattori.

Quegli studi, che feci per entrare nel mondo universitario, prima per un anno come assistente e poi, dal 2005 ad oggi, come professore a contratto, vincendo bandi pubblici, sono stati la mia salvezza professionale, perché mi hanno consentito di applicare nella prassi professionale cose che i più non sanno.

L’Università, con tutti i suoi limiti che ricordano i detrattori della vera cultura, è un mondo infinitamente più serio, rigoroso e controllato di quello della formazione co finanziata.

Io trovo semplicemente ridicolo che un adulto, un libero professionista che paga le tasse, gestisce personale, paga stipendi e si guadagna il pane per i sui figli, debba anche essere umiliato dallo Stato con regole che parlano di “crediti formativi”.

Trovo anche penoso che il nostro sistema di istruzione abbia inserito il concetto di “debito formativo”, uniformandosi in realtà al pensiero unico neo liberista in economia, cioè abituando i nostri studenti alla cultura del debito, che da formativo diventerà, da adulti, finanziario o bancario.

Trovo infine vergognoso che molti adulti si prestino a tale gioco perverso, conoscendo io benissimo ordini professionali e associazioni di categoria che di questo gioco fanno un business, usando tale concetto di obbligo per dare una formazione, spesso di scadente qualità, con logica di sconti o di gratuità, oppure di finanziabilità a carico di terzi soggetti (il pubblico, le regioni, la comunità europea e via discorrendo).

La conclusione di questa logica è quella di vedere liberi professionisti che, come i ragazzi, scelgono appositamente i corsi in funzione dell’adempimento formale di un obbligo, non di rado optando per quei corsi – se non lo sapete ve lo dico io – nei quali si può firmare ed uscire, fatto l’atto di presenza.

Ecco, ora che sapete tutto questo, e sapendo che al Corso Master Bank, della durata di un anno di specializzazione, si accede solo previo colloquio di ammissione con il sottoscritto, di tipo motivazionale e psico attitudinale, sappiate cosa succede se mi si pone la domanda: ci sono i crediti formativi?

Il colloquio si interrompe e io non vi ammetto al Corso, al quale avrei interesse ad ammettervi, dato che pagate per entrare.

E ora, se vi interessa proseguire nella lettura, vi spiego anche il perché se fate quella domanda l’aula di MasterBANK non la vedete nemmeno dipinta.

Non è un obbligo cambiare la vita

Vi invito a leggere sul gruppo Facebook di WIN the BANK la presentazione che ha fatto di sé il dottor Salvatore Cezza, dopo aver superato l’esame di fine anno ed aver acquisito i titoli per essere finanzialista, cioè uno specialista abilitato ad operare in rete con i clienti imprenditori di WIN the BANK.

Prima ancora, leggete anche l’articolo da lui scritto sul blog riservato ai finanzialisti, dal titolo: “Finanza Strategica vs Fisco”.

C’è una frase che ho letto nella presentazione di Salvatore, commercialista, ex mio allievo dello scorso anno di MasterBANKed oggi finanzialista.

La frase che mi ha colpito è questa.

 

A partire da quel giorno di ottobre,

la mia vita professionale non è stata più la stessa

 

Ora, se leggete insieme la presentazione e l’articolo, che tratta del tema della valutazione degli investimenti come argomento di consulenza ad un imprenditore che vedeva lo studio da commercialista meramente come luogo nel quale “pagare le tasse”, comprenderete molte cose.

La prima cosa è che il commercialista Salvatore ha fatto un investimento, non diversamente dall’imprenditore al quale oggi insegna la valutazione di un investimento industriale.

Solo che Salvatore ha calcolato quanto gli convenisse investire in sé stesso, in termini monetari e non solo di cultura.

La seconda cosa è capire la differenza tra logica del risparmio e dell’investimento.

 

Risparmio e investimento

Non è un obbligo, cambiare vita, e nessuno vi pone una pistola alla testa.

Se la vostra, come consulenti, vi soddisfa pienamente, allora non sareste qui a leggere ancora a questa riga questo articolo.

Tuttavia, molti hanno le idee confuse, tra risparmio e investimento.

Vi semplifico le ipotesi, perché sono solo due.

  1. Se vi interessa cambiare vita, allora siete nella logica di un investimento; in quella logica, non si cerca ciò che costa meno (o nulla) ma ciò che rende di più. In un prossimo articolo vi darò alcune indicazioni su come si calcoli il rendimento, ma per ora vi invito a leggere le ottime considerazioni di Salvatore, nel suo articolo.
  2. Se invece non vi interessa cambiare vita, allora siete nella logica del risparmio; in quella logica, si cerca ciò che ci consente di rimanere dove siamo, a fare solo un po’ meglio ciò che sappiamo, e in tal caso, si sceglie ciò che è scontato, ciò che è agevolato o costa meno (preferibilmente nulla).

E’ evidente che sono due logiche diametralmente opposte.

Se volete cambiare vita, ragionate come ha fatto il commercialista Salvatore e molti altri suoi colleghi che hanno investito in MasterBANK e le cui testimonianze sono pubbliche in questa pagina.

Se volete continuare a fare solo un po’ meglio ciò che fate, vi posso indicare dozzine di proposte di formazione che parlano di sconti, come ad esempio le pubblicità di noti Corsi di formazione tradizionali proposte da note case editrici, che mi arrivano settimanalmente.

Noi non facciamo sconti ai nostri clienti, per una ragione.

Che i nostri clienti domani saranno professionisti che, per trovare lavoro, non saranno costretti a umiliarsi e promettere sconti, perché altrimenti il mercato non prenderebbe l’offerta.

Anzi, saranno pagati per il loro valore, in anticipo.

Non è lo stesso fottuto campo da gioco

Quindi, non passa giorno che qualcuno mi contatti, oggi, dopo che il progetto WIN the BANK, contro le previsioni di molti, andando contro corrente, contro la logica diffusa, è diventato un fatto nazionale.

Liberi professionisti, titolari di società di formazione e consulenza mi contattano con la frase di rito:

 

Siamo colleghi, nello stesso settore: potremmo collaborare!

 

A me viene immediatamente in mente la frase di tanti anni or sono, davanti a una macchinetta del caffè.

E così, quando poi mi parlano di crediti formativi, di agevolazioni pubbliche, di co finanziamenti, di fare il docente per loro, a loro marchio, passando per le forche caudine di questa o quella società abilitata presso il tal ordine professionale o l’associazione di categoria, io rispondo nel modo più semplice, che qui ribadisco.

WIN the BANK collabora solo coi finanzialisti, cioè con consulenti che hanno superato, in un anno di studio e lavoro, la soglia richiesta per operare sul nostro mercato, nel nostro settore, anche su nostri clienti, ma al nostro stesso livello di competenza professionale.

La ragione semplice è che io non cerco solo allievi per guadagnare oggi sulla formazione (cosa ovvia), ma anche di operare domani nella consulenza con una rete di specialisti da me selezionati a livello nazionale.

In tale duplice logica, non metto i clienti WIN the BANK, per mia scelta, nelle mani di persone il cui valore non sia stato da me riconosciuto, dopo approfondita verifica di un anno, formando specialisti a MasterBANK.

Quanto al fatto che, se parlate ancora quella lingua, quella dei corsi co finanziati e dei crediti formativi, saremmo colleghi nello stesso mercato, pubblico ancora una volta la frase di uno dei film che amo di più:

 

“Non è lo stesso fottuto campo da gioco,
non è lo stesso campionato e non è nemmeno lo stesso sport.”

Pulp Fiction, 1994

 

Che volete farci?

Mi brucia ancora oggi aver perso la mia bella Tigra rossa.

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