La valutazione d’azienda sono certamente una delle attività professionali più interessanti, qualificanti e meglio retribuite.
In Italia, i metodi più utilizzati sono di impostazione reddituale e patrimoniale. In tutto il mondo, e in particolare in ambito finanziario, si usa invece la valutazione finanziaria.
La metodologia, nota come DCF (discounted cash flow) Analysis, cioè metodologia di analisi dei flussi di cassa scontati, presuppone che il valore dell’azienda sia funzione dei flussi futuri di cassa, scontati ad un tasso espressivo dell’effettiva onerosità del capitale.
Molti Commercialisti possono pensare che tale tema sia di scarsa applicabilità pratica nella vita dello studio professionale, magari adducendo ragioni di localizzazione, di settori di aziende seguite, di dimensione.
Sbagliano.
Vediamo allora quali sono gli elementi tecnici di una perizia di valutazione d’azienda.
I temi da affrontare sono molteplici, poiché occorre avere solide basi di finanziamenti d’azienda, e quindi di matematica finanziaria.
Occorre conoscere la teoria del valore e saper calcolare i flussi di cassa.
Non solo; occorre conoscere le correzioni “mid year discounting” e le metodologie di stima del “Firm Value”, ben distinte da quelle dell’”Equity Value”, cioè occorre saper distinguere il valore dell’azienda, dal valore del patrimonio netto.
Per giungere alla seconda stima, occorre tuttavia conoscere la prima.
Per farlo, occorre saper costruire un modello finanziario, partendo dalle “assumptions & dashboard” e poi, tramite i “value driver”, costruire balance sheet (stati patrimoniali), income statement (conti economici) e consolidated statement of cash flows (rendiconti finanziari), di lungo termine.
Per farlo, il nostro modello (che io offro già pronto nei miei corsi), deve essere pratico ed operativo, ed agganciarsi al business plan, che dobbiamo considerare un documento propedeutico obbligatorio.
La ragione è che, mentre le valutazioni “book value”, cioè a valori di libro, si basano sulla situazione attuale e storica dei dati patrimoniali, la valutazione finanziaria non ha un approccio “backward looking”, ma “forward looking”, cioè non guarda al passato, ma al futuro.
Dopo aver costruito l’intelaiatura, i 7 passaggi della perizia saranno i seguenti:
L’intera perizia, denominata “Firm & Equity Value”, costituirà il secondo volume, dopo il primo denominato “Business Plan”, che fornirà i dati del periodo esplicito di previsione, e la base per il secondo lavoro di valutazione.
Ho preparato una serie di video per meglio spiegarti i concetti espressi in questo articolo.
Eccoli qui sotto, approfittane.
Molti lettori Commercialisti, se giunti a leggere fin qui, penseranno che queste metodologie siano tipiche solo delle grandi imprese.
Come dicevo, sono in errore.
Esistono molteplici ambiti professionali applicativi, anche nel settore delle piccole e micro imprese, cioè esattamente nel mondo del “family business” italiano.
Ci sono casi di passaggio generazionale, entrata di nuovi soci, problematiche di vendite di quote, casi di società partecipate pubbliche, delle quali magari siete revisori ufficiali dei conti.
Insomma, esistono moltissimi ambiti applicativi nei quali vendere questa consulenza, ben retribuita e completamente diversa dagli adempimenti obbligatori, e quindi doverosamente quotata a parte.
Sento continuamente Commercialisti, in tutta Italia, che si lamentano degli adempimenti obbligatori, di essere vessati dal Ministero e dall’Agenzia delle entrate, della concorrenza sleale in materia contabile, delle problematiche di incasso dai clienti per tali attività.
Avete ragione, ma state facendo qualcosa per cambiare?
Moltissimi vostri colleghi hanno seguito e stanno seguendo i miei corsi, e possono testimoniare che, con i modelli professionali che consegno e illustro, hanno mantenuto i propri clienti e ne hanno acquisito di nuovi.
Come sempre, non mi interessano i dibattiti sterili sui social; mi interessa ampliare la nostra rete professionale in tutta Italia.
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