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Come un commercialista può anticipare la logica bancaria

Probabilmente, vi sarà capitato, nella vostra vita professionale, di vedere diverse aziende, seguite dal vostro studio, ottenere diversi risultati dal sistema bancario. Certo, dipende da molti fattori, tra i quali, in un elenco non esaustivo:

  • Il grado di leverage finanziario
  • La fase del ciclo di vita
  • Il livello di patrimonializzazione
  • Il settore di riferimento
  • La compagine aziendale e la sua reputazione
  • Le garanzie (in misura residuale)

Tuttavia, appare evidente che il primo indicatore sia la redditività. Solo che, in chiave finanziaria, tale redditività non ha alcun valore, se non produce liquidità. Quindi, ciò che rileva per una banca è la capacità di una azienda di produrre cassa.

Chiarito ciò, sorge una domanda fondamentale nella disciplina dei finanziamenti d’azienda. Perché aziende con la medesima capacità di produrre cassa possono essere valutate positivamente oppure negativamente?

Un problema applicativo

Tale domanda non è affatto teorica. Infatti, dato che il commercialista è il principale e primario operatore di consulenza aziendale, la capacità di rispondere a tale domanda apre scenari inesplorati. Del resto, il bilancio non è solo uno strumento in logica ex ante, ma può benissimo avere – rectius, dovrebbe avere – anche valore predittivo in logica ex ante.

In un precedente articolo ho argomentato che per valutare le aziende, dobbiamo esaminare il loro delta cassa.

Ma come si è formato il delta di cassa?

Sapere rispondere a questa domanda consente di fare analisi di finanziabilità dei propri clienti, sia in logica retroattiva, sia prospettica.

Un commercialista specializzato in finanziamenti d’azienda (una nicchia della finanza aziendale) può rispondere a tale esigenza professionale, in modo operativo.

 

Consiglio operativo

Al fine di dialogare con il sistema di rating interno di una banca, qualunque essa sia, occorre usare un linguaggio che sia compatibile con quello del mondo finanziario.

Pertanto, tra i tanti modelli di rendiconto finanziario, dovremo dotare il nostro studio di uno che usi lo stesso linguaggio, e in grado di estrapolare i dati del bilancio di qualsiasi azienda al fine di determinare certe precise e fondamentali grandezze.

Dobbiamo sempre osservare 5 grandezze:

  1. EBIT (earning before interest & taxes) : il reddito operativo
  2. CCF (current cash flow): flusso di cassa di gestione corrente
  3. OCF (operating cash flow): flusso di cassa operativo
  4. UCF (unlevered cash flow): flusso di cassa prima dei finanziamenti
  5. FCF (free cash flow): flusso di cassa per gli azionisti

Il mio consiglio è quello di applicare nel proprio studio un modello in grado di fornire queste cinque cruciali grandezze di analisi dei propri clienti. Vediamo il perché in un esempio professionale.

 

Caso professionale

Si supponga di avere come clienti di studio le seguenti tre aziende. Dal conto economico e dal confronto di due successivi stati patrimoniali emerge il seguente prospetto (tabella 1):

Queste 3 aziende sono uguali?

Come non si affronta il problema

Molti commercialisti valuterebbero allo stesso modo le tre aziende guardando all’EBIT. Molte decisioni di finanziamento si basano, infatti, sul reddito. Seguendo questa logica, le tre aziende sarebbero identiche, in termini di finanziabilità.

Infatti, secondo la relazione (1):

(1) EBIT = 120

Quindi, non può essere quello il criterio di scelta. Andiamo invece ad osservare il delta cassa aziende. Il delta cassa delle tre aziende è nuovamente uguale.

Molti commercialisti guardano il delta cassa come differenza fonti e impieghi, tra due casse in due anni diversi, ed osserverebbero tre aziende uguali, secondo la relazione (2):

(2) Delta Cassa = 100

Palesemente, non è questo il modo di affrontare il problema.

La soluzione (consiglio operativo)

Ma le 3 aziende potrebbero essere molto diverse, perché il delta cassa si è certamente formato in modo diverso. Una è ottima, una media, una pessima, dice il sistema bancario.

Ora, il commercialista può benissimo capire come ragioni il sistema di rating bancario, se solo si dotasse di analogo modello di ragionamento, finanziario.

Le tre aziende sono state giudicate (dalla medesima banca) una ottima, una media e una pessima; e questo è un dato del valutatore esterno. Noi, come consulenti di parte, potremmo però sia capire ex post le ragioni, sia ex ante agire per rimuoverne le cause negative al finanziamento.

Quali sono?

Per risolvere, occorre dotare lo studio professionale di un modello di analisi sintetico. Questo tipo di esercizio è molto schematico, e consente di sviluppare ragionamenti di logica deduttiva per la quale si possono trarre, come vedremo, molte informazioni da un numero così ridotto di numeri. L’analista finanziario sviluppa una logica simile a quella di un detective, e trae informazioni che una lettura superficiale non è in grado di fornire.

Vediamo come nella soluzione (tabella 2).

Conclusioni

Avendo dotato lo studio del commercialista di un modello di analisi atto a riscrivere il rendiconto finanziario nello stesso linguaggio usato dai sistemi di rating interni delle banche, in logica internazionale, è ora possibile capire quale sia l’azienda ottima, quale quella intermedia, e quale sia quella pessima.

Naturalmente, dati i fini e gli spazi di un articolo, non è possibile una trattazione esaustiva. Servono infatti due ulteriori passaggi.

Il primo è possedere in studio un sistema di rating sintetico proprietario in grado di riscrivere, automaticamente, i numeri del bilancio in questa chiave di lettura.

Il secondo è quello di saper interpretare i numeri e dare una risposta razionale e competente.

Questi due passaggi aprono uno spazio di consulenza evoluta e molto ricercata che solo un commercialista, attento studioso e rigoroso interprete della dimensione aziendale, può dare, in un mercato professionale spesso vituperato da scarsa professionalità e modesta competenza nella materia professionale dei finanziamenti d’azienda.

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