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Come deve iniziare una perizia finanziaria un Commercialista

Molti Dottori Commercialisti pensano che la stesura di una perizia di tipo economico e finanziario sia fatto occasionale del proprio mestiere, saltuario e comunque riservato alle grandi imprese.

Pensano che la pianificazione economica e finanziaria, con allegata valutazione di consulenza, laddove non prodotta da un CFO, in una grande impresa, sia comunque fatto episodico e sostanzialmente raro nella professione.

Conosco molti Commercialisti che mi dicono che questi argomenti, di taglio finanziario, non sarebbero di loro interesse, poiché i clienti del proprio studio sarebbero di dimensioni minori a quelle – a loro dire – adatte a tale consulenza.

Permettetemi di dubitare della loro conoscenza sull’introduzione delle nuove norme, sia in materia di crisi di impresa, sia in materia di valutazioni di default da parte delle banche, imposte dalle autorità di vigilanza europea sin da gennaio 2021.

Il COVID pare avere messo sotto una campana di vetro tutte le altre notizie, e le varie proroghe sembra stiano rallentando la presa di consapevolezza delle novità. Proprio per questo, ne tratto in questo articolo.

 

Un consiglio operativo

Prima di tutto, occorre prendere atto del fatto che non esiste una dimensione minima di impresa, o un settore, o un codice di attività economica che distingua l’applicazione di queste buone prassi; al contrario, sono regole universali, che saranno introdotte in tutte le imprese, a ogni latitudine.

Ciò posto, occorre considerare che, partendo dal business plan – di cui tratto in altri articoli del blog – si devono estrapolare le informazioni atte a redigere una perizia economica e finanziaria. Il punto da cui partire è ovviamente il budget dei ricavi. Da qui, occorre costruire tavole che spieghino chiaramente al lettore il modello di business aziendale.

Supponiamo, a titolo di esempio, di parlare del piano economico finanziario di una struttura ricettiva per anziani. Il primo passo operativo sarà costruire, nella perizia, tavole di spiegazione delle business unit. Supponiamo che esse siano tre: ricavi per soggetti accreditati, per soggetti autorizzati, rimborsi di spese mediche e assistenziali.

A questo punto, un mio consiglio essenziale è spiegare ogni formula, ogni riga del business plan, in modo chiaro ed esaustivo, solitamente ricorrendo a formule descrittive del tipo prezzi per quantità.

Qualsiasi business del mondo non sfugge a tale regola: possono cambiare le unità di misura, ma non la regola generale che produce qualsiasi fatturato.

Essendo stato anche dall’altra parte della barricata (chi valuta un piano economico finanziario) posso dire che è molto importante capire la natura, il significato e soprattutto il fondamento dei numeri.

Non finirò mai di ricordare l’importanza della parte descrittiva, fatta in forma tabellare, al riguardo. Il successivo lavoro sarà, a questo punto, entrare nella struttura del piano dei conti aziendale.

Si supponga che la nostra struttura ricettiva per anziani si componga, svolta una dettagliata analisi del piano dei conti, di quattro grandi macro capitoli: costi alberghieri, costi di assistenza e medicali, costi generali, costi edilizi e di struttura.

A questo punto, l’analista dovrà realizzare una tavola di quadratura tra piano dei conti e struttura di costi divisa in costi fissi e variabili, esplicitando le logiche usate. Anche qui, le tavole di quadratura dei costi variabili al variare dei ricavi o del valore della produzione dovranno essere singolarmente spiegate, voce per voce, in termini di incidenze e percentuali, motivando le stime e spiegando le analisi.

Solo così il lettore potrà realmente comprendere le strutture dei costi aziendali, elemento di base della successiva perizia sui valori finanziari.

A questo punto, andremo a commentare una struttura di business plan articolato su cinque capitoli fondamentali:

  1. Budget dei ricavi
  2. Budget dei costi variabili
  3. Budget dei costi fissi
  4. Budget del lavoro
  5. Budget degli investimenti

Naturalmente, ciascuno dei cinque budget, partendo dai dati storici, per una impresa in continuità – tema di questo articolo – dovrà usare le stesse regole e strutture programmatorie usate per argomentare i risultati dei bilanci storici.

Soltanto a questo punto la perizia andrà a commentare, riassumendolo in tabelle di sintesi, il business plan, articolato in quattro paragrafi essenziali:

  1. Tavola coperture Assets, Liabilities & Equity
  2. Income statement
  3. Balance sheet
  4. Cash flow statement

Si noti che tali quattro paragrafi dovranno necessariamente, stante la dimensione di lungo termine della programmazione, prevedere molti anni di bilanci prospettici, non di rado affrontando problematiche di stima distinguendo due periodi di previsione, come in figura 1.

Fig. 1 – I due orizzonti previsionali

L’orizzonte esplicito di previsione è quello logicamente costruibile nel medio termine da un business plan: l’orizzonte implicito è quello costruito in forme di equazioni finanziarie nel lungo termine della valutazione finanziaria. Si pensi, ad esempio, a un regime concessorio per la nostra attività di ricettività per anziani a 33 anni: appare di tutta evidenza il fatto che non si possa chiedere agli imprenditori una visione dettagliata di budget all’anno ventisettesimo, e che tale anno dovrà, a differenza del secondo o del terzo di previsione, essere costruito a tavolino, con logiche meccaniche.

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Conclusione

In questo articolo abbiamo osservato che la costruzione di una perizia finanziaria professionale deve partire da buone prassi sulla struttura economica. L’inizio corretto della perizia finanziaria non può prescindere dalla costruzione di una solida base dei dati, di matrice finanziaria. Saper impostare la relazione partendo da poche regole, ma chiare e indiscutibili, appare una competenza necessaria del dottore Commercialista. Le parti più qualificanti del piano economico e finanziario, gli indici, gli indicatori, i driver finanziari, non hanno valore alcuno se non si basano su dati economici correttamente costruiti, spiegati, argomentati e fondati su assunti ragionevoli.

Tale modo di ragionare, lungi dall’essere un vezzo, diventerà elemento normale di quotidiano lavoro del libero professionista, per il combinato disposto di elementi di quadro economico (si pensi al COVID) e di quadro normativo (si pensi alle norme di Crisi di Impresa e di default finanziario, imposte dalla vigilanza bancaria europea). Molti imprenditori, specialmente di micro, piccola e media dimensione, non sono attrezzati per tali analisi, e avranno bisogno della consulenza del proprio dottore Commercialista di fiducia.

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